Iraq, due anziane sopravvissute a 25 mesi di occupazione dell’Isis

La testimonianza raccolta a Qaraqosh dalla Focsiv, da due anni accanto agli sfollati nei campi di Erbil, a Dibaga e a Kirkuk con la campagna Humanity

Non sono scappate: non avrebbero saputo come fare e in più erano troppo anziane, avrebbero rallentato la fuga degli altri. Così sono rimaste lì, nella loro casa a Qaraqosh, cittadina a maggioranza cristiana occupata dall’Isis. Una “resistenza”, la loro, raccontata da Mustafa Jabbar, coordinatore di Focsiv Kurdistan da Erbil. «La dispenza – riferisce Jabbar – era ancora ben rifornita, nei primi mesi ha permesso loro di sopravvivere nascoste agli occhi degli uomini dell’Isis, che non avevano preso in considerazione la loro abitazione». Inevitabilmente, sono state scoperte e obbligate con le minacce a convertirsi, recitando la professione di fede. «Così sono state poco considerate nei 25 mesi di occupazione di Quaraqosh. Ogni tanto ricevevano un po’ di cibo ma la salute ne ha risentito: non avendo le cure appropriate una delle due donne ha perduto la vista, l’udito e non riesce a camminare». Dopo il loro ritrovamento, da parte dell’esercito iracheno, la più giovane ha spiegato chi fossero e come fossero sopravvissute. «Ora sono ad Erbil dove hanno riabbracciato i loro parenti».

Proprio a Erbil Focsiv è impagnata accanto agli sfollati, così come nel villagio di Dibaga e a Kirkuk, con la campagna “Humanity. Essere umani con gli esseri umani”. Qui il lavoro dei volontari italiani e locali, fatta fronte all’emergenza immediata, è stato rivolto anzitutto ai minori, per i quali è stato allestito un asilo, in modo che le madri potessero lavorare o frequentare dei corsi di cucito. Avviate anche attività sportive per i più grandi, insieme a corsi di formazione e di lingua inglese e curda. «Ci si occupa soprattutto dei più vulnerabili – riferiscono da Focsiv -: delle donne con neonati, alle quali spesso, a causa della mancanza del latte materno provocato dalla paura e dallo stress, viene fornito latte in polvere». Un’attenzione particolare viene rivolta poi ai disabili, con cure specifiche e medicinali.

3 novembre 2016