Iraq, il Patriarcato pensa a un Consiglio delle Chiese
Il nuovo organismo dovrebbe essere un organismo unitario in grado di interagire anche con il governo centrale e i poteri politici e amministrativi locali
Il nuovo organismo dovrebbe essere un organismo unitario in grado di interagire anche con il governo centrale e i poteri politici e amministrativi locali
Un organismo unitario che riunisca tutte le Chiese e le comunità ecclesiali presenti sul territorio iracheno, e possa essere riconosciuto come organismo unitario in grado di interagire anche con il governo centrale e i poteri politici e amministrativi locali. È il progetto del Consiglio delle Chiese in Iraq, attualmente allo studio da parte del Patriarcato di Babilonia. Al Consiglio dovrebbero aderire tutte le Chiese cattoliche, ortodosse, orientali pre-calcedoniane ed evangelico-protestanti.
Nelle intenzioni del Patriarcato caldeo, il nuovo organismo dovrebbe rappresentare uno strumento utilizzato dalle Chiese e dalle comunità cristiane per affrontare insieme le conseguenze del conflitto con i jihadisti del Daesh e i problemi connessi alle divisioni settarie che ancora mettono a rischio l’unità del Paese. Su questa linea anche la proposta avanzata già a fine ottobre dal patriarca caldeo Louis Raphael I Sako di proclamare il 2017 come “Anno della pace in Iraq”, promosso e sostenuto dalle Chiese e comunità cristiane attraverso momenti di preghiera ecumenica e iniziative ecclesiali e culturali condivise, per alimentare a vantaggio di tutto il popolo iracheno la «cultura della pace e della convivenza», nel Paese martoriato dai conflitti settari.
10 novembre 2016