Islam, cristianesimo ed ebraismo: «La famiglia è in pericolo»

L’imam Pallavicini, monsignor Lonardo e Di Castro della Comunità ebraica hanno parlato di Dio e identità dell’Occidente a Santa Lucia

L’imam Pallavicini, monsignor Lonardo e Di Castro della Comunità ebraica hanno parlato di Dio e identità dell’Occidente a Santa Lucia

Il Dio dei cristiani, il Dio degli ebrei, il Dio dell’Islam, è lo stesso Dio? Hanno cercato di rispondere alla domanda l’ex presidente dalla comunità ebraica, Sandro Di Castro, l’imam Yahya Pallavicini, e monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’ufficio catechistico del Vicariato. Il dibattito si è svolto giovedì 9 giugno nella parrocchia di Santa Lucia su iniziativa del Circolo delle Vittorie. L’imam Pallavicini non ha esitato: «Vi dico subito di sì», Di Castro ha sottolineato che «I veri credenti hanno uno buona volontà di dialogare» mentre Lonardo ha dato risalto al punto cardine su cui le tre religioni monoteiste concordano: «Crediamo tutti nella rivelazione di Dio».

Un “trialogo” ha scherzato Di Castro,
fatto di similitudini e differenze, ma ciò che conta, ha chiosato Pallavicini, è «riconoscere la verità dell’altro». «Gli ebrei hanno il nome di Dio ma non lo pronunciano, è un tetragramma», parte dal nome di Dio la differenza tra l’ebraismo il cristianesimo e l’islam. Molte, hanno raccontato gli esponenti della comunità ebraica, le similitudini tra le tre religioni, dal punto di vista della liturgia e del contenuto, ma il problema oggi non va posto in questi termini: «L’Occidente è a rischio identità – ha commentato Di Castro -. Il problema non è la religione ma la crisi di valori».

L’ “io”, ha detto, è stato anteposto a “Dio”: «Per troppo tempo il relativismo ha messo tutto sullo stesso piano, la religione non è più di moda e ne stiamo pagando le conseguenze. Dobbiamo essere consapevoli che la strada che ci porta a Dio e quella che ci fa camminare con Dio. Questo può voler dire non essere politicamente corretti verso la società che ci circonda». La prima paura è la famiglia: «Dobbiamo essere in prima linea per difendere i diritti di tutti, ma dobbiamo essere chiari su alcune cose. Il principio della famiglia è basato sull’uomo e la donna per procreare e avere dei figli».

«Ci unisce il desiderio che per conoscere Dio bisogna seguirlo» – ha aggiunto poi monsignor Lonardo. La famiglia appunto, è una base condivisa: «Dare priorità alla famiglia non significa disprezzare il resto, invece il primato, la priorità. Fonda la differenza». Lasciare all’uomo poi la libertà di discutere il vero Dio è una ricchezza: «Nessun sottile conoscitore di questo mondo può conoscere Dio, bisogna lasciare l’uomo libero di cercare. Ogni menomazione della libertà religiosa diventa cessazione dell’adorazione di Dio – ha continuato -. La verità appartiene alla fede».

Dello stesso avviso Pallavicini: «La differenza tra credenti e non credenti è la ricerca. Dio è vicino e dall’altro lato è anche un mistero, se perdiamo il senso del mistero e lo facciamo totalmente a nostra immagine e somiglianza, non arriveremo mai attraverso ai maestri alla scoperta della grandezza di Dio». L’educazione religiosa, ha ricordato l’imam, è fondamentale: «La lettura fai da te corrisponde a una arroganza nei confronti della divinità». L’umiltà, da questo punto di vista, accomuna tutte e tre le religioni: «Se l’Occidente fugge da questi valori – ha chiosato Di Castro – fa una brutta fine. Parliamo tanto di integrazione, ma come facciamo ad avere integrazione se non abbiamo un identità?».

 

10 giugno 2016