La minaccia della pandemia, invito a rinnovare l’impegno per la pace
Il 21 settembre la Giornata internazionale della pace. Sant’Egidio: «Costruire una cultura del vivere insieme, favorire il dialogo, lavorare per l’accoglienza»
“Shaping peace together”, ossia “Plasmiamo insieme la pace”. Questo il tema della Giornata internazionale della pace celebrata ieri, 21 settembre: al centro, la necessità di una cultura della compassione e della collaborazione tra i popoli e le nazioni di fronte alla minaccia globale della pandemia. A evidenziarlo è la Comunità di Sant’Egidio, in una nota nella quale si sottolinea la scelta di porre in particolare l’accento «sulla necessità di una cultura della compassione e della collaborazione tra i popoli e le nazioni di fronte alla minaccia globale della pandemia».
Questa volontà di “plasmare insieme la pace”, osservano da Sant’Egidio, «corrisponde a una vocazione profonda della Comunità e al suo metodo di lavoro nelle relazioni internazionali, un metodo che si è consolidato in tanti anni di lavoro per la risoluzione dei conflitti. La pace è infatti responsabilità universale – si legge nel comunicato – e ciascuno vi deve contribuire con il proprio pensiero e il proprio lavoro, perché, come affermò Giovanni Paolo II nella Giornata di preghiera per la pace ad Assisi del 27 ottobre 1986, “la pace è un cantiere aperto a tutti, non solo agli specialisti, ai sapienti e agli strateghi”». Proprio per questo, Sant’Egidio «rinnova il proprio impegno quotidiano a costruire una cultura del vivere insieme, antidoto efficace a quella del nemico; a investire nell’educazione dei bambini e dei ragazzi attraverso le Scuole della pace e il movimento dei Giovani per la pace; a favorire il dialogo tra le nazioni e le religioni e a lavorare per l’accoglienza di profughi e migranti, unica soluzione alla sfida epocale delle migrazioni, amara conseguenza delle guerre, dei cambiamenti climatici e dell’iniqua distribuzione delle risorse del pianeta».
Sulla Giornata, celebrata nel 75° anniversario dell’Onu, era intervenuto anche il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, definendola un tempo in cui «esortare le parti in guerra di tutto il mondo a deporre le armi e lavorare per l’armonia. Dovrebbero essere 24 ore di cessate il fuoco sulla faccia della terra», le parole di Guterres. Dal cuore delle istituzioni Ue, l’intervento della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen: «75 anni fa abbiamo deciso di lavorare insieme per la pace. Mentre l’Europa è diventata più sicura e prospera, guerre e conflitti continuano a devastare famiglie nel mondo», ha scritto in un Tweet. A queste famiglie «siamo debitrici di un’Ue più unita e forte, capace di parlare e agire rapidamente per sostenere la pace nel mondo».
22 settembre 2020