Libia: Msf, «migliaia di migranti detenuti nei centri sulla linea del fronte»
Diversi centri di detenzione a Tripoli si trovano sulla linea del fronte e migliaia di persone sono intrappolate al loro interno. Il ministro degli Esteri, Moavero Milanesi: «Una conferenza di pace in Italia a novembre»
Con l’intensificarsi del conflitto, Msf non è stata in grado di accedere ad altri quattro centri in cui le équipe fornivano assistenza sanitaria tramite cliniche mobili. A seguito della violenza, Msf è stata costretta a sospendere le regolari attività mediche e ridurre le dimensioni del suo team. Attualmente fornisce una limitata assistenza nei centri di detenzione di Tripoli: trasferimenti in ospedale dei casi medici e distribuzioni di cibo, acqua e kit igienici. Sebbene circa 300 rifugiati e migranti detenuti nel centro di detenzione di Ain Zara siano stati “evacuati” la settimana scorsa dalle agenzie internazionali, «non sono stati portati fuori dalla Libia – precisa Msf – ma ricollocati a diversi chilometri dal centro di detenzione di Abu Salim a Tripoli, finito anch’esso sotto il fuoco incrociato degli scontri».
Dal fronte istituzionale, il ministro degli Esteri Moavero Milanesi ha precisato che: «Ci è stato chiesto dalla Francia, oltre che dal presidente degli Stati Uniti Trump, di organizzare una conferenza sulla Libia in Italia, che possiamo definire di pace, per far parlare le parti in causa. La pensiamo nel mese di novembre». «Includeremo – ha aggiunto – non solo i Paesi più direttamente interessati e confinanti, ma anche la Cina, Stati uniti e le varie Unioni, Unione europea, quella africana, Lega Araba, Nazioni Unite e svariati altri Paesi». Per quanto riguarda il luogo in cui si dovrebbe svolgere, l’ipotesi del Governo è quella di «organizzarla in Sicilia». L’obiettivo indicato dal ministro, «favorire l’attuazione del piano d’azione Onu e la creazione di condizioni politiche e legislative di sicurezza che permettano lo svolgimento delle elezioni entro la fine dell’anno».
7 settembre 2018