Libia, Scalabriniani: «I ripetuti crimini, palesi, non possono restare taciuti e impuniti»
I missionari intervengono dopo il voto del Parlamento per il rifinanziamento alla Guardia costiera libica. «Il continuo morire nel Mediterraneo non può restare notizia tra le notizie»
Anche i Missionari Scalabriniani intervengono con una nota, all’indomani del voto con cui il Parlamento italiano ha confermato – ieri, 15 luglio – il sostegno del governo alla Guardia costiera libica. «In pochi nell’aula del Parlamento, appena trenta deputati, hanno presentato una risoluzione alternativa che chiedeva di sospendere il supporto alla Guardia costiera libica – si legge nel testo -. Di fatto la società civile e organismi legati alla Chiesa cattolica denunciano da anni le sistematiche violazioni dei diritti umani a cui i migranti sono sottoposti in Libia». Un trend «disumano», lo definiscono, dove «torture, violenze, tratta di esseri umani sono all’ordine del giorno», confermato anche da report delle Nazioni Unite e delle principali organizzazioni umanitarie, oltre che da molte inchieste giornalistiche.
«Si tratta di un popolo “ferito e in cammino” – scrivono i religiosi – che, quand’anche riesca a fuggire da tali lager moderni – è l’Oim a riferirlo – perde la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa (nei primi sei mesi del 2021 sono stati 1.146, il doppio di quelli che hanno perso la vita nello stesso periodo dell’anno scorso). Le persone rimandate in Libia nel primo semestre del 2021 sono state invece ben 15.300, il triplo del 2020. Per questi ultimi – ricordano – si profilano detenzioni arbitrarie, estorsioni, sparizioni e atti di tortura, avverte ancora l’Organismo internazionale per le migrazioni».
La conclusione è una presa di posizione netta. «Come Missionari Scalabriniani ribadiamo che il continuo morire nel Mediterraneo non può restare notizia tra le notizie; che la violazione dei più basilari diritti umani, i ripetuti crimini palesi commessi in Libia non possono restare taciuti, addirittura negati e soprattutto impuniti; che, dopo le immagini violente già circolate in tutto il mondo, l’Ue si volti dall’altra parte e non risponda al grido dell’umanità sofferente – si legge nella nota -. Se non si affrontano, infatti, le vere ragioni che provocano tali flussi, ormai stabili in varie parti del pianeta, se non si muterà l’approccio nazionale ed europeo ponendo al centro la pace, ma anche le disuguaglianze e la violazione dei diritti umani, continueremo solo a “rattoppare un vestito rotto”, come insegna la Scrittura».
16 luglio 2021