Mattarella a Confindustria: non cedere alla tentazione di cavalcare le paure
Il capo dello Stato intervenuto all’assemblea nazionale. «Non possiamo impoverire il “capitale sociale” del Paese. È una responsabilità che interpella anche il mondo delle imprese»
Aperta dal presidente Carlo Bonomi questa mattina, 15 settembre, l’assemblea nazionale di Confindustria, nell’Auditorium Parco della musica. Presente, tra gli altri, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Sul tavolo, temi centrali nel dibattito di questi giorni, come il salario minimo – nuovamente bocciato dal presidente di Confidustria – e la tutela della sicurezza sul lavoro. A eseguire l’inno nazionale, la Banda nazionale del corpo dei Vigili del fuoco. Quindi, spazio all’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui è andato l’indirizzo di omaggio di Bonomi.
«Se c’è qualcosa che una democrazia non può permettersi è di ispirare i propri comportamenti, quelli delle autorità, quelli dei cittadini, a sentimenti puramente congiunturali. Con il prevalere di inerzia ovvero di impulsi di ansia, di paura», ha avvertito il capo dello Stato, mettendo in guardia dai due «possibili errori». Il primo, «una reazione fatta di ripetizione ossessiva di argomenti», secondo cui «a fronte delle sfide che la vita ci presenta, basta denunciarle senza adeguata e coraggiosa ricerca di soluzioni». Il secondo, «ancora peggio», è «cedere alle paure, quando non alla tentazione cinica di cavalcarle».
Nell’analisi di Mattarella, «la democrazia si incarna nei mille luoghi di lavoro e studio. Nel lavoro e nella riflessione dei corpi sociali intermedi della Repubblica. Nel riconoscimento dei diritti sociali. Nella libertà d’intraprendere dei cittadini. Prima di ogni altro fattore – ha aggiunto -, a muovere il progresso è infatti il “capitale sociale” di cui un Paese dispone. Un capitale che non possiamo impoverire. È una responsabilità che interpella anche il mondo delle imprese – è il monito -: troppi giovani cercano lavoro all’estero, per la povertà delle offerte retributive disponibili». Invitando quindi alla necessità di «richiamare il legame, per quanto possa a molti apparire scontato, tra economia e democrazia», citando un discorso di Roosvelt, il presidente ha ribadito che «un’economia in salute contribuisce al bene del sistema democratico e della libertà, alla coesione della nostra comunità». Per dirla con le parole di Roosbelt, «l’unica cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura stessa».
L’economia di mercato infatti «non pone in discussione valori costituzionalmente rilevanti, quali il rispetto della dignità umana e il dovere di solidarietà», ha evidenziato ancora il capo dello Stato, citandone alcuni. «È anzitutto il tema della sicurezza sul lavoro che interpella, prima di ogni altra cosa, la coscienza di ciascuno. Democrazia è rispetto delle regole, a partire da quelle sul lavoro», ha scandito. Quindi ha citato il messaggio che Luigi Einaudi consegnava il 31 marzo del 1947, nelle sue Considerazioni finali da governatore della Banca d’Italia. «A proposito della situazione economica, scriveva: “È necessario che gli italiani non credano di dover la salvezza a nessun altro fuorché se’ stessi”. Oggi diremmo: a noi stessi e agli altri popoli coi quali abbiamo deciso di raccoglierci nell’Unione Europea».
15 settembre 2023