“Me l’aspettavo!”: l’audiolibro su don Pino Puglisi
La presentazione il 5 ottobre nella sede di Caritas Italiana, con il direttore di Tv2000 Vincenzo Morgante. Prefazione del cardinale Salvatore De Giorgi
È in programma per lunedì 5 ottobre alle 12 nella sede di Caritas italiana, in via Aurelia 796, la presentazione di “Me l’aspettavo!”. Si tratta del 23° audiolibro della collana PhonoStorie, realizzato a cura di Caritas italiana e Rete europea risorse umane, dedicato a don Pino Puglisi, il primo martire ucciso dalla mafia a Palermo, nel ’93, nel giorno del suo 56° compleanno. A coordinare la presentazione, in web conference tramite Cisco Webex Meeting, il direttore di Tv2000, Vincenzo Morgante. La prefazione è affidata al cardinale Salvatore De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo.
Proclamato martire dalla Chiesa il 25 maggio 2013, don Puglisi è arrivato all’onore degli altari attraverso una causa di beatificazione che, per la prima volta, ha ospitato atti giudiziari di processi penali. «Il collaboratore di giustizia Totò Cancemi, interrogato sull’omicidio di don Pino, in una deposizione spiega che tutti i clan rimproveravano i Graviano, che allora controllavano il mandamento di Brancaccio, per l’attività di don Pino: “I picciotti andavano a sentire lui e non ascoltavano più noi”», racconta Francesco Deliziosi, caporedattore del Giornale di Sicilia, ex-allievo del sacerdote e autore della biografia “Pino Puglisi, il prete che fece tremare la mafia con un sorriso”
Il titolo dell’audiolibro riprende proprio le ultime parole pronunciate dal sacerdote quanto capì che stavano per ucciderlo: «Me lo aspettavo», disse. E sorrise al suo assassino. Tra le ragioni del suo omicidio, il lavoro portato avanti per fare uscire dall’emarginazione i ragazzi del quartiere Brancaccio, per i quali nel 1993 aveva inaugurato il centro “Padre Nostro”
Per aggirare l’emarginazione dei ragazzi del quartiere, nel 1993 aveva inaugurato il centro “Padre Nostro”, tutt’ora attivo, allo scopo di avviare un’azione pastorale e pedagogica rivolta ai minori e agli adolescenti. Lavoro che la mafia tentò di ostacolare in tutti i modi. Fino, appunto, all’omicidio di don Puglisi.
2 ottobre 2020