Migranti a Catania, Ue: l’Italia agevoli lo sbarco
Berlino: il salvataggio in mare è un «dovere morale e giuridico». I legali della Humanity 1 – su cui restano in 35 -: nessuna scadenza per lasciare il porto. Auser: «Far scendere tutti»
«Le immagini e le notizie che arrivano dal porto di Catania, dove si selezionano arbitrariamente i migranti, soccorsi e salvati dalle navi delle ong, sono drammatiche e non degne di un Paese civile e democratico. In quel porto si consuma la fine dell’umanità in aperta violazione del diritto internazionale. Quelle persone fuggono da guerre, carestie e povertà la cui responsabilità è anche nostra. La necessaria revisione del trattato di Dublino deve vedere impegnate in uno sforzo di solidarietà tutta l’Europa, ma il rispetto dei diritti delle persone non può essere mai messo in discussione». Il presidente nazionale Auser Domenico Pantaleo commenta la situazione nel porto siciliano, dove la nave Humanity 1 è bloccata con a bordo ancora 35 migranti ai quali non è stato permesso di sbarcare. Bloccata a Catania anche la Geo Barents, mentre la Ocean Viking e la Rise Above non hanno ancora forzato il blocco imposto dalle autorità italiane e incrociano al largo delle coste catanesi. Dei circa mille mille migranti soccorsi complessivamente, insomma, la metà deve ancora sbarcare. Pantaleo non ha dubbi: «Bisogna far scendere dalle navi tutti i migranti e non solo quelli che versano in precarie condizioni perché i respingimenti in mare e i porti chiusi violano la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. L’Auser, con il grande cuore dei suoi volontari – assicura -, sarà sempre a disposizione per garantire ad ogni essere umano la dignità e la solidarietà perché senza di esse non c’è civiltà».
All’indomani dell’ultimo sbarco “selettivo” – fragili, donne e bambini -, avvenuto ieri, 6 novembre, dalla Humanity 1, di Sos Humanity, da cui sono scesi in 144 su 179, e dalla Geo Barents, la nave di Medici senza frontiere con a bordo 568 migranti, anche la Commissione europea ribadisce il «dovere morale e legale di salvare le persone in mare, in base alle leggi internazionali», dichiara una portavoce, salutando con favore lo sbarco di ieri. Interpellata sul fatto se sia o meno in linea con leggi e linee guida della Commissione autorizzare uno sbraco “selettivo”, la portavoce ha sottolineato che in base alle leggi internazionali «bisogna minimizzare il tempo che le persone passano in mare. Ogni caso è diverso – ha evidenziato – ma incoraggiamo tutte le autorità a collaborare in modo da agevolare lo sbarco».
Parlano del salvataggio in mare come un «dovere morale e giuridico» che «non può essere impedito» anche i portavoce dei ministeri degli Esteri e dell’Interno del governo tedesco, rispondendo a una domanda sui migranti in Sicilia. Per la portavoce del ministero degli Esteri Sabine Sasse, «è importante che centinaia di persone siano potute sbarcare, ma è importante che siano salvate tutte le persone e che possano arrivare a terra». Riguardo alla disponibilità di Berlino ad accogliere i migranti a bordo delle navi delle ong, il portavoce del ministero dell’Interno di Berlio ha affermato: «Siamo in stretto contatto con gli enti italiani». Quanto alla gestione, ha precisato che «il coordinamento compete alla commissione Ue».
Nel frattempo, ambienti vicini ai legali della Humanity 1 evidenziano – anche in relazione alla tempistica di presentazione dei ricorsi già annunciati al Tar e al tribunale civile – che «nel provvedimento in cui si dice al comandante della nave di lasciare il porto di Catania con a bordo i 35 migranti rimasti non c’è una scadenza, un termine temporale». Netto il parere del ministro italiano delle Infrastrutture Matteo Salvini, raggiunto dai microfoni di Rtl 102.5: «Questi sono viaggi organizzati. Chi è a bordo di quelle navi paga circa 3mila dollari, che diventano armi e droga per i trafficanti. Sono viaggi organizzati sempre più pericolosi – afferma -. Bisogna stroncare il traffico non solo di esseri umani che è già grandissimo, ma di armi e droga legato al traffico di esseri umani».
Oltre a Humanity 1, di bandiera tedesca, e Geo Barents, di bandiera norvegese, arrivate in porto a Catania nel fine settimana, si trovano al momento al largo delle coste catanesi anche la Ocean Viking, anche questa di bandiera norvegese, della ong francese Sos Mediterranée, e la Rise Above, di bandiera tedesca, della ong Mission lifeline. Sulla Humaniy 1 sono rimasti a bordo in 35, dopo che 144 persone sono state fatte scendere perché ritenute “fragili”. Molti di più sulla Geo Barents: 214, a fronte dei 357 fatti sbarcare ieri a cui si è aggiunta un’altra persona evacuata nella notte. Sulla Ocean Viking infine ci sono in tutto 234 persone mentre sulla Rise Above, dopo 4 evacuazioni mediche nella notte, si contano 89 migranti.
«Il nostro capitano Joachim Ebeling è stato contattato dalle autorità affinché lasci il porto con i sopravvissuti – informano da Sos Humanity -. Il nostro capitano ha risposto alla email e ha spiegato che che non può farlo e che rimarremo qui assieme ai sopravvissuti finché non saranno sbarcati». Anche da Msf affermano che «un’operazione di soccorso si può considerare terminata solamente una volta che tutti i sopravvissuti sono stati fatti sbarcare in un luogo sicuro. Lo sbarco selettivo e parziale, come quello proposto dalle autorità italiane, non è da considerarsi legale secondo le convenzioni di diritto marittimo – aggiungono -. Secondo il diritto internazionale, una nave non è responsabile dell’accoglienza a bordo dei sopravvissuti laddove siano possibili soluzioni alternative. Inoltre, il governo responsabile dovrebbe prendere ogni misura necessaria per far sì che i sopravvissuti restino a bordo il minor tempo possibile, secondo quanto stabilito dalle Linee guida sul trattamento delle persone soccorse in mare».
7 novembre 2022