Migranti e salvataggi in mare, le ong italiane rispondono
I dati su efficacia e trasparenza delle attività al centro dell’incontro con politica e media organizzato per il 10 maggio. «A rischio patrimonio civile»
I dati su efficacia e trasparenza delle attività al centro dell’incontro con politica e media organizzato per il 10 maggio. «A rischio patrimonio civile»
Gli «attacchi gravissimi e indiscriminati, sulla base di accuse generiche e non circostanziate» hanno generato uno «scollamento pericoloso tra cittadini e organizzazioni sociali», criminalizzando l’intero sistema della cooperazione internazionale. Ne sono convinte le ong italiane riunite nell’Aoi che hanno deciso di rispondere organizzando per il 10 maggio a Roma un incontro con la politica e i media, #OngATestaAlta, durante il quale presenteranno dati sull’efficacia e la trasparenza delle attività delle organizzazioni. Appuntamento alle 11 in Sala Capranichetta, in piazza Montecitorio 125; modera il dibattito il giornalista Luciano Scalettari, di Famiglia Cristiana, esperto di Africa e cooperazione internazionale.
Oltre 600 milioni di euro mobilitati nella lotta alla povertà e a favore dello sviluppo, attraverso circa 3mila progetti e programmi di cooperazione, volontariato e aiuto umanitario attivi in decine di Paesi, impegnando più di 16mila operatori che agiscono in situazioni difficili, a volte a rischio della vita, con circa 82.000 volontari. Sono i “numeri” delle ong italiane, testimoniati da «bilanci certificati, controlli di carattere amministrativo e di valutazione del lavoro realizzato da parte di donatori istituzionali, bilanci sociali e relazioni di missione annuali», rivendicano dall’Aoi. Un operato, insomma, all’insegna della «trasparenza». Oltretutto, «più del 50% delle risorse proviene da milioni di cittadini italiani» che «sostengono con fiducia il loro operato» attraverso donazioni o 5 per mille.
Per l’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (costituitasi nel 2013 per iniziativa di tutti i soci dell’Associazione ong italiane), «questo patrimonio civile, politico e di solidarietà concreta rischia di essere irrimediabilmente compromesso dal cinismo e dall’irresponsabilità delle polemiche di questi giorni». Già maturati i primi “frutti velenosi”: dall’Aoi ricordano gli attacchi xenofobi di fronte alla sede dell’Oim (Organizzazione internazionale migrazioni) a Roma o la violenza verbale lo scorso fine settimana durante il Festival Mediterraneo Downtown promosso da Cospe, Amnesty international e Legambiente a Prato. Senza contare le accuse, i commenti e insulti razzisti sui social. «Il rischio più grande – sottolineano ancora dall’Associazione – è l’allontanamento dell’opinione pubblica, dei cittadini, dal “farsi protagonisti” della solidarietà, del volontariato e della cooperazione per sconfiggere povertà, guerre, violenza e violazione dei diritti umani nel mondo».