Parigi, la preghiera dei vescovi: «Signore, disarmali. E disarmaci»
Mentre la polizia assalta un covo di terroristi a Saint-Denis, i presuli pubblicano un’invocazione scritta «nello spirito di Tibhirine», per la pace
Mentre la polizia assalta un covo di terroristi a Saint-Denis, i presuli pubblicano un’invocazione scritta «nello spirito di Tibhirine», per la pace
Era il 1996 quando a Tibhirine, 90 chilometri a sud di Algeri, sette monaci trappisti vennero sequestrati da una ventina di uomini del Gruppo islamico armato che avevano fatto irruzione nel loro monastero. Dagli stessi terroristi, poco dopo, l’annuncio dell’uccisione. Dei monaci furono ritrovate solo le teste. Vite donate, le loro: offerte con quel “grazie” che risuona nel testamento spirituale del priore frère Christian de Chergé. Uno spirito che rivive oggi, all’indomani degli attacchi che hanno colpito Parigi venerdì scorso, nella preghiera per la pace pubblicata questa mattina, mercoledì 18 novembre, dai vescovi francesi. Proprio nelle stess ore in cui le teste di cuoi francesi assaltavano un covo di terroristi a Saint-Denis, sobborgo di Parigi.
«Seigneur, désarme-les. Et désarme-nous». «Signore, disarmali. E disarmaci», si legge nel testo, firmato da rère Dominique Motte, del convento domenicano di Lille. «Disarmali: sappiamo quanto questa violenza estrema sia il sinistro pane quotidiano in Iraq, in Siria, Palestina, Centrafrica, Sudan, Eritrea, Afghanistan. Ora si è impossessata di noi». Di qui l’invocazione: «Disarmali Signore: e fa che sorgano in mezzo a loro profeti che gridano la loro indignazione e la loro vergogna nel vedere come hanno sfigurato l’immagine dell’Uomo, l’immagine di Dio».
«Disarmali, Signore – continua la preghiera – dandoci, se necessario, poiché è necessario, di adottare tutti i mezzi utili per proteggere gli innocenti con determinazione. Ma senza odio. Disarma anche noi, Signore: in Francia, in Occidente, senza ovviamente giustificare il circolo vizioso della vendetta, la Storia ci ha insegnato alcune cose. Dacci, Signore, la capacità di ascoltare profeti guidati dal tuo Spirito. Non farci cadere nella disperazione, anche se siamo confusi dall’ampiezza del male in questo mondo».
Ancora, «disarmaci e fa’ in modo che non ci irrigidiamo dietro porte chiuse, memorie sorde e cieche, dietro privilegi che non vogliamo condividere. Disarmaci, a immagine del tuo Figlio adorato la cui sola logica è la sola veramente all’altezza degli avvenimenti che ci colpiscono: “Non prendono la mia vita. Sono io che la dono”».
18 novembre 2015