Prezzo del grano in saluta, Coldiretti: «Si specula sulla fame»
Per l’organizzazione, la causa sono le preoccupazioni internazionali sulle spedizioni dal Mar Nero, a motivo della guerra in Ucraina. «Una nuova scossa al mercato»
Dall’Italia, Coldiretti commenta le quotazioni Chicago Board of Trade, punto di riferimento mondiale del mercato dei cereali, dopo l’attacco della Russia alle infrastrutture di stoccaggio del grano nei porti fluviali di Reni e Izmail sul Danubio, al confine tra l’oblast di Odessa e la Romania. «Il prezzo del grano è balzato ai massimi da 5 mesi sfondando quota di 7,57 dollari per bushel per le preoccupazioni internazionali sulle spedizioni dal Mar Nero che hanno alimentato le speculazioni sulla fame – osservano dall’organizzazione -. Una nuova scossa al mercato dopo la chiusura dei corridoi per il commercio dei cereali aperti grazie all’accordo raggiunto tra Nazioni Unite, Turchia, Ucraina e Russia per assicurare i traffici commerciali nei porti del Mar Nero».
Nell’analisi di Coldiretti, si tratta di «una situazione che alimenta forti oscillazioni dei prezzi. La guerra ha acceso infatti l’interesse sul mercato delle materie prime agricole da parte della speculazione – rilevano -, che si sposta dai mercati finanziari ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli, dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati “future” uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto, a danno degli agricoltori e dei consumatori».
Ne è la prova il fatto che, nonostante il crollo dei raccolti nazionali del 10% abbia limitato la disponibilità di prodotto in Italia, «il grano – continuano da Coldiretti – viene in questo momento sottopagato agli agricoltori italiani il 30% in meno rispetto allo scorso anno, al di sotto dei costi di produzione. L’accordo sui cereali provenienti dal Mar Nero coinvolge direttamente l’Italia, dove le importazioni di grano proveniente dall’Ucraina sono aumentate del 430% per un quantitativo pari a oltre 142 milioni di chili mentre quelle di mais del 71% per un totale di 795 milioni di chili nel primo quadrimestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno», sulla base di elaborazioni Coldiretti su dati Istat. L’Italia, con il 6,3% complessivo sul totale delle esportazioni ucraine di prodotti agricoli, tra grano, mais e olio di girasole, è al quarto posto dietro Cina (24,3%), Spagna (18,3%) e Turchia (10%) tra i Paesi più interessati dall’accordo Onu, secondo elaborazioni Coldiretti su dati del Centro studi Divulga.
25 luglio 2023