Riapertura scuole, Costarelli: «Regole impossibili per la maggior parte delle superiori»

La vice presidente Anp Lazio dopo l’annuncio del nuovo decreto: «La preoccupazione è tanta. La responsabilità non può ricadere sui presidi»

Dopo la conferenza stampa del premier Draghi e l’annuncio del nuovo decreto dedicato alle riaperture dell’Italia, dal 26 aprile, la vice presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp) del Lazio Cristina Costarelli dà voce, in un video postato sulla sua pagina Facebook, ai timori del mondo che rappresenta. «La scuola – afferma – pensava di arrivare a fine anno seguendo una linea di stabilità, non variando sulla percentuale di presenza dal 50 fino al 75% sui cui gli istituti superiori si erano orientati nei loro sistemi di funzionamento in emergenza». Con la riapertura al 100% nelle regioni gialle e arancioni, prevista dal governo per lunedì prossimo, 26 aprile, ora «la preoccupazione è tanta. Perché, nei fatti, si tratta di una questione impossibile da risolvere».

Il motivo, spiega la vice presidente Anp Lazio, è che «da un lato ci sono le norme di distanziamento che contemplano il metro di distanza minimo tra due studenti, a cui si aggiunge la circolare di aprile del ministero della Salute che suggerisce di arrivare, ove possibile, a due metri di distanza; dall’altro ci sono i piani di affollamento di aule che possono accogliere 20 alunni dove ne dovremmo mettere 30. Si tratta di una dicotomia materialmente insuperabile». In più, Costarelli ricorda alcuni «nodi non risolti: dal tracciamento fino all’aumento dei casi positivi negli istituti, cosa che comporta disservizi per l’organizzazione scolastica per l’indisponibilità di docenti». Di qui l’appello al governo: «Chiediamo di avere soluzioni a portata di mano per superare la dicotomia tra distanziamento e necessità prevista di far tornare tutti gli studenti e che davanti a situazioni di non accoglienza di parte dei ragazzi in classe le responsabilità non ricadano sui dirigenti scolastici».

19 aprile 2021