Madre Teresa, santa «affinché il mondo possa contemplarla»
Più di centomila persone in piazza San Pietro per la canonizzazione di Teresa di Calcutta. Francesco: «Continueremo a chiamarla “Madre”»
Più di centomila persone in piazza San Pietro per la canonizzazione di Teresa di Calcutta. Francesco: «Continueremo a chiamarla “Madre”»
Il grande applauso è arrivato quando gli oltre centomila di piazza San Pietro hanno riconosciuto, tra le parole latine della formula di canonizzazione, il nome della piccola suora di Calcutta: «Teresam Sanctam esse descernimus et definimus». Erano le 10.42 di domenica 4 settembre quando Papa Francesco ha annunciato l’iscrizione nell’albo dei Santi di Madre Teresa. Sono passati solo 19 anni dalla sua morte, un periodo breve considerati i tempi di un processo di canonizzazione; Gonxha Agnes Bojaxhiu, questo il suo nome secolare, è santa – ha detto Francesco – «affinché il mondo intero possa contemplarla».
A partire da chi si china sulle ferite degli ultimi, chi compie il bene in maniera disinteressata, «senza aspettarsi nulla in cambio». Si riferisce al grande mondo del volontariato Papa Francesco, che ha incontrato il giorno prima nell’udienza giubilare e al quale consegna «questa emblematica figura di santa» che ha impiegato tutta l’esistenza «rendendosi a tutti disponibile attraverso l’accoglienza e la difesa della vita umana».
In piazza, per strada, sin dall’apertura degli accessi, tante le suore in sari bianco e azzurro delle Missionarie della Carità, l’ordine fondato da Madre Teresa in India. Decine le bandiere con il chakra che i tanti pellegrini provenienti da Nuova Delhi e da altre città del subcontinente asiatico hanno usato per ripararsi da un caldissimo sole di settembre. C’erano anche le bandiere rosse con l’aquila bicipite dell’Albania, dove Teresa nacque nel 1910. «Penso che, forse, avremmo alcune difficoltà nel chiamarla “Santa Teresa”- ha aggiunto a braccio il Papa nella sua omelia -. La sua santità è così vicina a noi, così tenera e feconda, che spontaneamente continueremo a chiamarla “Madre Teresa”».
Una piccola donna capace di far «sentire la sua voce ai potenti della terra – ha sottolineato il Papa davanti a 13 capi di Stato e di governo che hanno assistito alla cerimonia – perché riconoscessero le loro colpe dinnanzi ai crimini della povertà creata da loro stessi». Si è «chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignità che Dio aveva loro dato». L’auspicio di Francesco per tutti, in particolare per il mondo del volontariato, è che «questa instancabile operatrice di misericordia ci aiuti a capire sempre più che l’unico nostro criterio di azione è l’amore gratuito, libero da ogni ideologia e da ogni vincolo e riversato verso tutti senza distinzione di lingua, cultura, razza o religione».
Madre Teresa è infatti una di quelle figure capaci di abbattere i muri, anche quelli più alti. «Forse non parlo la loro lingua, ma posso sorridere», amava dire. E ancora: «C’è un solo Dio – scriveva -, ed è Dio per tutti. Per questo è importante che ognuno appaia uguale dinnanzi a Lui. Dobbiamo aiutare un indù a diventare un indù migliore, un musulmano a diventare un musulmano migliore, un cattolico a diventare un cattolico migliore. Il nostro lavoro deve essere d’esempio alla gente».
La misericordia è stata per lei il “sale” «che dava sapore a ogni sua opera, e la “luce” che rischiarava le tenebre di quanti non avevano più neppure lacrime per piangere la loro povertà e la loro sofferenza» ha aggiunto il Papa.
Imponenti i numeri della Messa di canonizzazione; con il Pontefice hanno concelebrato 70 cardinali, 400 vescovi e oltre 1700 sacerdoti. In prima fila, subito sotto il sagrato, i posti migliori sono stati riservati, per espressa volontà di Francesco, ai poveri. Erano più di 1500 le «persone in difficoltà», hanno comunicato dall’Elemosineria Apostolica, presenti alla canonizzazione. Con loro, il Papa ha consumato il pranzo a base di pizza, nell’atrio dell’Aula Paolo VI. Gli invitati erano i poveri e i bisognosi, ospiti soprattutto dei dormitori delle suore di Madre Teresa provenienti da Milano, Bologna, Firenze, Napoli e Roma.
La canonizzazione è stata seguita dalle TV di tutto il mondo con oltre 600 giornalisti accreditati e 125 emittenti collegate. Per l’Asia e l’Oceania il CTV, Centro televisivo vaticano, ha messo a punto un canale dedicato per la distribuzione d’immagini in alta definizione. E sempre la tecnologia ad immagini HD è stata utilizzata per l’esordio del progetto “Io c’ero”, che prevede una ripresa ad altissima risoluzione di piazza San Pietro che da oggi, lunedì 5 settembre, sarà navigabile sul sito della canonizzazione (http://www.motherteresasaint.com/). Grazie alla visione panoramica sarà possibile fare uno zoom sul volto di gran parte delle persone che erano presenti in piazza domenica mattina.
5 settembre 2016