Sant’Egidio e la marcia virtuale per la pace, dal Mozambico a Lesbo, dal Centrafrica al Libano
L’appuntamento del 1° gennaio in streaming su Facebook. Impagliazzo: «Questa generazione potrebbe essere quella capace di abolire la guerra»
Da Roma al Mozambico, da Lesbo alla Repubblica Centrafricana, dal Libano a piazza San Pietro. Il Covid-19 ha imposto l’annullamento della tradizionale Marcia per la pace che sfila per le strade del mondo ogni anno il 1° gennaio, Giornata mondiale della pace, ma non ha zittito il grido di speranza di chi ogni giorno si adopera per porre fine alla guerra, fonte di sofferenza per tanti popoli e madre di tutte le povertà. La necessità di pace nel mondo, l’urgenza di far tacere le armi e di far cessare le violenze in Siria, in Libia, in Centrafrica sono più forti della pandemia. Per questo la Comunità di Sant’Egidio non ha rinunciato alla manifestazione “Pace in tutte le terre” che nel giorno di Capodanno si è svolta in streaming mondiale sulla pagina Facebook della comunità di Trastevere. Una marcia “virtuale” partita dalla sede romana della Comunità, con il saluto del presidente Marco Impagliazzo, e conclusasi in piazza San Pietro con la recita dell’Angelus di Papa Francesco il quale si è detto «grato a quanti, in ogni parte del mondo, nel rispetto delle restrizioni imposte dalla pandemia, hanno promosso momenti di preghiera e di riflessione» per la 54° Giornata mondiale della pace.
Per aspirare alla pace bisogna cominciare con il garantire a tutti gli stessi diritti e, facendo riferimento all’emergenza sanitaria, Impagliazzo, ricalcando le parole scritte da Bergoglio nel Messaggio per la Giornata, ha auspicato che il vaccino anti Covid-19 «sia veramente per tutti» perché «mai come nell’anno appena trascorso abbiamo potuto capire quanto l’intera umanità sia sulla stessa barca e affronti insieme il mare della vita nel bene o nel male». Il virus non ha fermato i conflitti armati, tuttavia, ha rimarcato Impagliazzo, «qualche luce nel buio si è vista e passi avanti sono stati fatti negli accordi di Pace per il Sud Sudan» grazie ai colloqui che si sono svolti a Roma tra le delegazioni del governo e dell’opposizione. La pace, ha aggiunto il presidente della Comunità, è sempre possibile, anche quando i conflitti si trascinano da anni. Lo dimostrano gli accordi tra alcuni Paesi arabi e Israele. La fiamma della speranza deve sempre restare accesa e se «le generazioni passate sono riuscite ad abolire la schiavitù, l’onore di questa generazione potrebbe essere proprio quello di un passo decisivo che abolisca la guerra».
L’impegno che Sant’Egidio porta avanti da anni è quello di «dare voce alla pace per la fraternità di tutti». Per Impagliazzo basta unire «pochi cuori solidali perché la guerra si allontani e l’odio svanisca». Odio cieco che miete ogni anno migliaia di vittime. Durante l’evento online è stato ricordato Willy Monteiro Duarte, il 21enne di origini capoverdiane ucciso a Colleferro la notte tra il 5 e il 6 settembre scorso nel tentativo di difendere un amico e sedare una rissa. In primo piano anche la persecuzione dei Rohingya in Myanmar, sulla quale a Natale si era già soffermato Papa Francesco nel messaggio Urbi et Orbi. La manifestazione virtuale ha quindi fatto tappa nei centri Dream per la cura dell’Aids in Africa e la prevenzione del Covid-19, in particolare in quello di Zimpeto, in Mozambico, visitato dal Papa nel settembre 2019. Si è poi spostata in Libano, dove l’esplosione nel porto di Beirut il 4 agosto scorso e la diffusione della pandemia hanno indebolito una nazione già in grande sofferenza. Quindi la testimonianza dal nuovo campo profughi di Moria, sull’isola di Lesbo, ribattezzato Moria 2.0. Dopo gli incendi di settembre che hanno devastato il vecchio insediamento, nella nuova tendopoli vivono circa 8mila persone. Non c’è ancora la luce e mancano le docce.
Spazio quindi al programma dei corridoi umanitari che dal 2016 hanno portato in Europa in sicurezza oltre 3.500 profughi. La responsabile Daniela Pompei ha ricordato che «un nuovo accordo è stato sottoscritto con il governo italiano nel settembre scorso per 300 rifugiati dalla Grecia, in particolare dall’isola di Lesbo, e tra poche settimane giungeranno a Roma i primi di loro».
4 gennaio 2021