Save the Children: nelle zone di conflitto, 72 milioni di piccoli a rischio di violenze sessuali

I dati nel rapporto “Arma di guerra: la violenza sessuale contro i bambini in conflitto”, nell’ambito della campagna “Stop alla guerra sui bambini”

Oggi i minori corrono quasi 10 volte in più il rischio di subire abusi rispetto a 30 anni fa. A denunciarlo è il rapporto “Arma di guerra: la violenza sessuale contro i bambini in conflitto”, diffuso ieri, 18 febbraio, da Save the Children, nell’ambito della campagna “Stop alla guerra sui bambini”. Un’analisi dettagliata del rischio, per i piccoli, di rimanere vittime di violenze sessuali in zone di conflitto, nel periodo che va dal 1990 al 2019. «Oggi – si legge nel testo -, nel mondo, 72 milioni di bambini vivono in zone dove forze armate e gruppi armati sono soliti perpetrare atti di violenza sessuale contro i minori». Nel 1990 il dato era di 8,5 milioni.

Tra i Paesi dove il rischio è più alto ci sono lo Yemen (dove le segnalazioni riguardano l’83% dei minori considerati a rischio), la Somalia (56%), l’Iraq (49%), la Siria (48%), la Colombia (24%) e il Sud Sudan (19%). «Questo include il rischio di stupro, schiavitù sessuale, prostituzione, gravidanze, sterilizzazione e aborto forzati, mutilazioni sessuali, abusi e torture sessuali da parte di gruppi armati, forze governative o di polizia – si legge in una nota dell’ong -. Bambine e bambini che affrontano numerose sfide tipiche dei conflitti armati, come l’assenza di meccanismi di denuncia e di tutela, lo stigma e la paura di ritorsioni all’interno delle loro comunità e la privazione del supporto di cui avrebbero bisogno».

In particolare, nel report si segnala che dei 54 conflitti in corso oggi a livello globale, 22 sono caratterizzati da denunce di violenze sessuali contro la popolazione civile. In particolare, in 15 di questi le parti in conflitto hanno compiuto violenze sessuali contro i bambini. Ciò significa che «in quasi il 70% dei conflitti in cui si perpetrano violenze sessuali contro i civili, queste hanno come obiettivo proprio i bambini».

19 febbraio 2021