Scuola, Fism: la parità, un tema non soltanto economico
In Vicariato l’assemblea delle scuole del Lazio. Il commissario regionale Cangelosi: «È necessario riflettere su strategie educative che vadano incontro ai bisogni delle famiglie e dei bambini». 200 le scuole dell’infanzia che scompaiono ogni anno
Un incontro fissato a mercoledì prossimo, 25 settembre, con il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. Sul tavolo più soldi per le scuole paritarie cattoliche: un buono per aiutare le famiglie con le rette e maggiori aiuti per sostenere l’educazione dei bambini disabili. È quello che chiederà al governo la Fism (Federazione italiana scuole materne), che venerdì 20 settembre si è riunita all’interno del Vicariato per un incontro con le scuole del Lazio.
Ripartire insieme, con più partecipazione da parte di tutti. È questo l’imperativo di Dario Cangelosi, il vicepresidente nazionale e commissario del Lazio. «L’obiettivo dell’Unione europea e del governo è sicuramente quello di potenziare i servizi educativi. Roma e Lazio sono degli avamposti che non vanno assolutamente abbandonati, ma presidiati e potenziati – ha dichiarato il vicepresidente -. Sicuramente ci sono dei problemi ma siamo qui per risolverli insieme alle scuole». In questo senso, la questione della parità, ha sottolineato, non è soltanto un tema economico. «Le risorse sono un diritto importante, ma anche un dovere. È necessario riflettere su strategie educative che vadano incontro ai bisogni delle famiglie e dei bambini. In questo il Giubileo ci darà una grande mano». Il progetto migliore? «Quello ispirato ai principi del cristianesimo – ha concluso -. Come afferma Papa Francesco, l’emergenza va combattuta con il villaggio. Solo una comunità unita può soddisfare i bisogni di tutti».
E proprio maggiore compartecipazione è ciò che la Fism chiederà all’esecutivo, come anticipato da Leonardo Alessi, presidente regionale della Fism Toscana, entrato a far parte recentemente anche dell’ufficio di presidenza con deleghe ai rapporti politici. «Con il governo c’è un rapporto positivo perché sta riconoscendo il valore delle scuole paritarie – ha sottolineato -. Siamo in dialogo per cercare di far capire che, senza aiuti, molte delle nostre realtà, specialmente quelle nei piccoli paesi e quelle che stanno perdendo iscritti per via del decremento demografico, rischiano di chiudere».
Duecento le scuole d’infanzia che ogni anno scompaiono, ha evidenziato Alessi. «Per questo motivo, in una lettera firmata anche dal vescovo Claudio Giuliodori (assistente ecclesiastico della Cattolica, ndr.), abbiamo chiesto un buono scuola, cioè un aiuto alle famiglie su modello di quello presente in Lombardia, possibilmente anche con risorse maggiori». Inoltre, ha aggiunto, «servono anche fondi per aiutare le tante famiglie con figli disabili che si rivolgono alle nostre scuole. Parleremo di tutto ciò con il ministro Giorgetti in un incontro fissato mercoledì prossimo e poi con il ministro per la famiglia Eugenia Maria Roccella».
Alessi, infine, si è espresso sulla situazione presente nel Lazio, «la regione italiana più indietro nell’erogazione dei contributi». Molte scuole, ha detto, sono in difficoltà. «C’è chi sta chiudendo perché non sono arrivati i contributi in tempo. Ci impegneremo in tutte le sedi competenti chiedendo il massimo impegno. Non si possono accettare 60 milioni di euro di arretrati».
L’incontro si era aperto con i saluti i saluti del direttore dell’Ufficio scuola della diocesi di Roma Rosario Chiarazzo, che ha posto l’accento sul problema della denatalità augurandosi che «la scuola cattolica dell’infanzia, anche con l’aiuto della diocesi, possa essere davvero la speranza per il futuro, un luogo dove fondare un progetto educativo di valori che sia veramente tale». Sulla stessa scia don Mario Della Giovanna, consulente ecclesiastico della Fism, che ha guidato un momento di preghiera. «Nel Vangelo, Gesù è sempre in cammino ad annunciare la buona notizia. In questo modo invita ognuno di noi a imitarlo. Questa è la nostra identità – ha sottolineato -. Come scuola dell’infanzia dobbiamo essere portatori della buona notizia, prendendoci cura dei bambini. È in questo modo che da insegnanti possiamo servire Cristo nella storia, con la nostra semplicità e nonostante tutte le nostre debolezze».
23 settembre 2024