Sequestrato dai russi il monastero dei Paolini a Mariupol

La notizia diffusa da padre Tomaszewski, anche lui paolino, su Facebook: il luogo di culto trasformato in sede dell’amministrazione locale della cosiddetta Repubblica popolare di Donetsk

«Ho ricevuto una triste notizia oggi. Nel nostro monastero, a Mariupol, gli occupanti hanno fatto l’amministrazione della Repubblica popolare di Donetsk per tutta la città! Vi chiedo di pregare per la nostra bella città, per i suoi difensori e per noi, e perché possano essere liberati la nostra città e il nostro santuario dagli invasori!». Lo scrive su Facebook padre Pavlo Tomaszewski, il parroco paolino della parrocchia di Nostra Signora di Czestochowa di Mariupol, in un post ripreso dall’Agenzia Sir. L’amministrazione locale della cosiddetta Repubblica popolare di Donetsk è stata istituita a fine marzo ma solo ora si è saputo che la sua sede è ospitata nel monastero cattolico dell’Ordine di San Paolo primo eremita. In precedenza, è stato riferito che il monastero di Mariupol era stato anche saccheggiato. Il 5 marzo scorso, insieme a un altro confratello dell’Ordine di San Paolo Primo Eremita (Paolini), padre Tomaszewski è riuscito a fuggire dalla città sotto assedio dai russi insieme ad alcuni parrocchiani; ora si trovano nel monastero della parrocchia di San Nicola a Kamianets-Podilskyi.

Secondo quanto riporta anche l’agenzia ucraina cattolica “Risu”, a Mariupol si sta verificando un vero e proprio genocidio del popolo ucraino. Si prevede che entro la fine del 2022, più di 10mila  persone potrebbero morire a causa di malattie e condizioni intollerabili. Ad aggravare la situazione, l’assedio allo stabilimento di Azovstal, dove sono ancora bloccati i militari del battaglione Azov – tra cui circa 600 feriti -, in condizioni precarie, senza medicine, acqua e cibo. Papa Francesco ha più volte chiesto l’apertura di corridoi umanitari e ha anche incontrato a Roma le mogli di due dei soldati. Nel frattempo, Kateryna Prokopenko, moglie del comandante del reggimento Azov, ha lanciato una petizione che chiede una procedura di estrazione per i militari ucraini intrappolati ad Azovstal che ha raccolto quasi 1,5 milioni di firme. «Chiediamo alle Nazioni Unite, al Segretario Generale delle Nazioni Unite e ai leader regionali di tutto il mondo di avviare un’immediata procedura di “estrazione” dell’evacuazione dei civili, di tutti i feriti, dei corpi dei caduti e dei militari ucraini dal blocco di Mariupol – si legge nel testo -. È ancora possibile salvare la vita delle persone. Chiediamo pertanto un’azione decisa da parte della comunità internazionale per fornire un cessate il fuoco urgente con garanzie da entrambe le parti a Mariupol; organizzare un monitoraggio immediato del rispetto del cessate il fuoco da parte di terzi; organizzare l’evacuazione marittima di civili e militari ucraini in un territorio controllato dal governo ucraino o nel territorio di uno Stato terzo intermediario».

16 maggio 2022