Siria, 4 bambini uccisi in un bombardamento a Idlib

La notizia diffusa da Save the Children: colpita una scuola elementare gestita da un partner dell’organizzazione, mentre circa 150 piccoli erano nelle classi

Almeno 4 bambini sono rimasti uccisi ieri, 4 novembre, durante «intensi bombardamenti nella provincia siriana di Idlib». Il bilancio: una piccola di 4 anni è morta mentre andava a scuola nella città di Ariha, a sud di Idlib, altri due bambini sono stati uccisi a Kafraya e un quarto di 10 anni a Idlib. Decine di altre persone sono rimaste ferite. A diffondere la notizia è Save the Children, in una nota nella quale spiega che è stata «colpita una scuola elementare a Kafraya, gestita da un partner di Save the Children, mentre circa 150 bambini erano nelle loro classi. Sebbene nessuno a scuola sia rimasto ferito durante il bombardamento, uno studente della scuola e suo fratello sono morti mentre erano a casa».

La direttrice dell’emergenza di Save the Children in Siria Sonia Khush parla di «una notizia estremamente triste. Dei bambini hanno perso la vita e altri hanno vissuto momenti terrificanti quando invece si aspettavano di vivere una normale giornata scolastica. È spaventoso vedere le scuole e le aree civili sotto attacco. Le scuole – ha ammonito – dovrebbero essere luoghi di apprendimento e sicurezza, non di guerra. Il popolo siriano continua a pagare un caro prezzo per le violazioni commesse mentre i civili sopportano il peso di attacchi come questo. Chiediamo a tutte le parti in conflitto di assicurarsi che i bambini e i civili siano protetti e di rispettare il diritto internazionale e umanitario».

Nel frattempo, l’organizzazione ha sospeso in via precauzionale i lavori in due centri di vaccinazione che sostiene a Idlib. «Purtroppo – dichiarano dall’organizzazione – si avranno ricadute sulla consegna dei vaccini nei centri che forniscono questo servizio a 500 bambini ogni mese». A renderlo necessario, l’escalation del conflitto in diverse aree del nord-ovest del Paese, che «rischia di far deragliare ogni possibilità di una pace duratura». Di qui la richiesta, da parte di Save the Children, di «una cessazione immediata delle ostilità. Tutte le parti devono rispettare il diritto internazionale umanitario e proteggere dagli attacchi scuole, ospedali e altre infrastrutture civili vitali».

5 novembre 2020