Sospese le Messe a Roma, il decreto di De Donatis
Fino al 3 aprile il divieto vale per tutte le celebrazioni liturgiche comunitarie, feriali e festive, comprese le esequie. Chiese aperte per la preghiera personale
Tutte le celebrazioni liturgiche comunitarie – «Eucaristie feriali e festive, esequie, ecc…» – sono sospese nel territorio della diocesi di Roma fino a venerdì 3 aprile. È quanto dispone il decreto firmato ieri, domenica 8 marzo, dal cardinale vicario Angelo De Donatis. Un provvedimento che arriva dopo le «nuove e più cogenti disposizioni» del decreto della presidenza del Consiglio dei ministri pubblicato sempre ieri, 8 marzo, del quale il vicario del Papa cita in particolare l’articolo 2 lettera v: «L’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro. Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri».
Una norma, quella contenuta nel decreto della presidenza del Consiglio dei ministri , sulla quale anche la Cei poche ore prima si era espressa con un comunicato che non lasciava spazio a dubbi e che lo stesso De Donatis cita nel suo decreto: «L’interpretazione fornita dal governo include rigorosamente le Sante Messe e le esequie tra le cerimonie religiose. Si tratta di un passaggio fortemente restrittivo la cui accoglienza incontra sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. L’accoglienza del decreto è mediata unicamente dalla volontà di fare, anche in questo frangente, la propria parte per contribuire alla tutela della salute pubblica».
Confermate, nel provvedimento firmato dal cardinale vicario, anche le restrizioni alle attività ordinarie nelle parrocchie e negli altri luoghi di culto già poste dalla Comunicazione del segretario generale del Vicariato di Roma il 5 marzo scorso. Le chiese parrocchiali e non parrocchiali della diocesi di Roma dunque rimangono aperte, «come di consueto», per la preghiera personale, a condizione che sia garantito il rispetto delle norme di sicurezza richieste dai provvedimenti del governo.
De Donatis cita anche le parole con le quali Francesco ha introdotto la preghiera dell’Angelus, per la prima volta in streming dalla biblioteca del Palazzo apostolico invece che dalla finestra che si affaccia su piazza san Pietro: «Questo modo di oggi di pregare l’Angelus lo facciamo per compiere le disposizioni preventive, così da evitare piccoli affollamenti di gente che possono favorire la trasmissione del virus». La Chiesa di Roma, asserisce il vicario del Papa, «fedele al suo Pastore, assume un atteggiamento di piena responsabilità verso la collettività nella consapevolezza che la tutela dal contagio esige misure anche drastiche, soprattutto nel contatto interpersonale. Pertanto, sino alla medesima data del 3 aprile p.v. sono sospese le celebrazioni liturgiche comunitarie (Eucaristie feriali e festive, esequie, ecc…). Il tempo di Quaresima ci aiuti a vivere evangelicamente questa grande prova – è la conclusione -. Vi benedico affidandovi tutti alla Madonna del Divino Amore».
9 marzo 2020