Spreco alimentare, le strategie degli italiani per non buttare cibo
L’indagine di Coldiretti, in occasione della Giornata nazionale: «La scelta più diffusa (74%) è quella di una spesa più oculata acquistando solo ciò che serve»
Il “ritorno in cucina” degli avanzi alimentari ma anche una maggiore attenzione alla data di scadenza dei prodotti e la spesa a chilometro zero dal campo alla tavola, «con prodotti più freschi che durano di più». Cambiano le abitudini degli italiani a tavola, con sprechi diminuiti o annullati per oltre la metà della popolazione (54%). A dimostrarlo è l’indagine di Coldiretti/Ixè, diffusa in occasione della Giornata nazionale contro lo spreco alimentare che si celebra il 5 febbraio. «Quasi 4 italiani su 10 (38%) hanno invece lasciato invariato il loro livello di spreco – sottolinea Coldiretti – mentre il 5% lo ha addirittura aumentato, nonostante la forte sensibilizzazione sul tema che ormai coinvolge la società a tutti i livelli: dalla politica all’economia, dalla cultura al volontariato».
Le soluzioni adottate da chi ha scelto di contenere lo spreco invece sono «multiple». La strategia più diffusa (74%), si legge nell’indagine, «è quella di una spesa più oculata acquistando solo quello che serve. Nel 38% dei casi invece si torna all’antica tradizione italiana e contadina di usare quello che avanza per il pasto successivo magari combinando le ricette come avviene per la classica frittata di pasta, la ribollita toscana, i canederli trentini o la pinza veneta». Ancora, in 1 caso su 4 (25%) «si cerca di fare più attenzione alla scadenza dei prodotti oppure si riducono le quantità acquistate (24%) evitando così di riempire il carrello con cibo che non serve o che rischia di rovinarsi a forza di stare nel frigo o nella dispensa senza essere toccato. Esiste poi una quota del 7% che sceglie di donare in beneficenza i prodotti alimentari non consumati».
Quando da casa ci si sposta al ristorante, lo stile non cambia. Se si va fuori a mangiare – è il dato che emerge dall’indagine – «quasi quattro italiani su dieci (37%) quando escono dal ristorante si portano sempre, spesso o almeno qualche volta a casa gli avanzi con la cosiddetta “doggy bag”, il contenitore per portare via il cibo non consumato ed evitare così che venga buttato. E se il 18% solo raramente adotta questa soluzione anti spreco, il 14% degli italiani ritiene che sia da maleducati, da poveracci e volgare o si vergogna comunque a richiederla. Infine, c’è anche un 21% degli italiani che non lascia alcun avanzo quando va a mangiare fuori mentre il resto non li chiede perché non sa che farsene».
Coldiretti fornisce anche il dato relativo al valore economico: dal campo alla tavola, «gli sprechi costano 16 miliardi di euro in un anno: quelli domestici rappresentano il 54% del totale, la ristorazione il 21%, la distribuzione commerciale il 15%, l’agricoltura l’8% e la trasformazione il 2%».
6 febbraio 2020