Terremoto in Turchia e Siria: è allarme per i bambini rimasti soli

Save the Children: «Urgente la ricerca delle loro famiglie, dirette o allargate», nonostante i danni a infrastrutture e linee elettriche. «No ad adozioni frettolose»

Mentre ancora si contano i morti, sia in Turchia che in Siria, per il terremoto che il 6 febbraio scorso ha devastato i due Paesi, le immagini virali dei bambini tirati fuori dalle macerie hanno provocato in tutto il mondo un’ondata di offerte di accoglienza e adozione per questi piccoli che sembrano aver perso i loro cari. Ed è proprio su quel “sembrano” che accende i riflettori Save the Children. «L’adozione – evidenziano dall’organizzazione – non è una risposta adeguata per i minori non accompagnati fino a quando le autorità locali e le agenzie umanitarie non avranno esaurito tutti gli sforzi per rintracciarli e riunirli alle loro famiglie e alla comunità allargata». Le famiglie colpite, le reti locali, le organizzazioni umanitarie e le autorità sul campo stanno lavorando per riunire i bambini alle famiglie dirette o allargate, informano, ma «la ricezione limitata dei telefoni cellulari, le linee elettriche crollate e i danni alle infrastrutture rendono difficile riunire le famiglie durante una crisi».

L’obiettivo, rimarcano da Save the Children, è sempre lo stesso: garantire che i più piccoli rimangano protetti dai pericoli. «È naturale vedere queste immagini strazianti e voler aiutare in ogni modo possibile – commenta Rebecca Smith, direttrice ad interim per la Protezione globale dell’infanzia di Save the Children International – ma l’adozione non dovrebbe mai essere perseguita durante o immediatamente dopo un’emergenza come i recenti terremoti in Siria e Turchia. Sebbene le offerte di adozione di bambini che sembrano non accompagnati, separati o che potrebbero aver perso familiari stretti possano essere ben intenzionate – prosegue -, questa non è la soluzione immediata appropriata in questo momento. Save the Children risponde da oltre un secolo ai bisogni dei bambini in situazioni di crisi in tutto il mondo, quindi sa quanto sia importante fornire loro struttura e sostegno nelle loro case e comunità». Nelle parole di Smith, «i bambini hanno già attraversato così tanti sconvolgimenti, che hanno bisogno di sicurezza e supporto in un ambiente il più familiare possibile».

Intanto molte famiglie in Siria e Turchia hanno accolto minori non accompagnati o separati, figli di parenti, vicini o amici. Pertanto, «il sostegno alle famiglie, anche attraverso denaro per fornire una barriera protettiva, è fondamentale per aiutare a mitigare gli impatti dei terremoti, in particolare per coloro che si prendono cura di persone non accompagnate, separate o che potrebbero aver perso i loro parenti stretti», rilevano da Save the Children, invitando a sostenere i bambini attraverso donazioni a «organizzazioni locali fidate sul campo e agenzie umanitarie che hanno esperienza in questo settore».

In Turchia Save the Children si sta coordinando con il ministero della Famiglia e degli affari sociali, che sta organizzando la ricerca e il ricongiungimento familiare. In Siria le organizzazioni umanitarie hanno istituito una gestione dei casi per aiutare questi bambini nel modo più appropriato possibile. In entrambi i Paesi Save the Children ha in programma di raggiungere un totale di 1,6 milioni di persone, tra cui 675mila bambini. Ciò include 1,1 milioni di persone, di cui 550mila bambini in Siria, e 500mila persone, di cui 125mila piccoli, in Turchia.

16 febbraio 2023