Tutela dei minori, un Manifesto di Save the Children

Internet l’ambiente più pericoloso: i risultati di un’indagine Ipsos. Tra le proposte l’adozione di un codice di condotta e la formazione del personale

È Internet l’ambiente più pericoloso per i minori. Questa la percezione per l’83% degli adulti e il 72% dei ragazzi interpellati nell’ambito di un sondaggio Ipsos a livello regionale per conto di Save the Children, che nella mattina di oggi, 3 febbraio, ha presentato al Senato un Manifesto in 10 punti dal titolo “10 in condotta” proprio sulla tutela dei minori. Con proposte che vanno dall’adozione di un codice di condotta alla formazione del personale a contatto con i minori fino all’individuazione di una figura che gestisca le segnalazioni alla informazione dei minori e delle famiglie.

La ricerca rivela che il 26% dei ragazzi ha provato disagio per avere ricevuto determinate richieste o contenuti online da parte degli adulti. I dati relativi alla regione mettono in luce anche uno scarso controllo da parte dei genitori su quello che i figli fanno online. Quasi 1 genitore su 6 (13%) dice di non controllare mai i contenuti che i figli condividono in rete, mentre una buona metà lo fa solo occasionalmente. La scarsa consapevolezza dei genitori laziali rispetto alle attività online dei figli, del resto, è confermata dal fatto che quasi 1 su 3 non sa se i loro ragazzi utilizzino app a tempo per scambiarsi messaggini, foto o video (che spariscono dopo pochi secondi) e più di metà (56%) non è in grado di dire a quante chat partecipa il figlio. E se a livello nazionale, i genitori che credono di saperlo rispondono mediamente che i figli usano al massimo 2 chat, i ragazzi laziali affermano di essere coinvolti in media in più di 6 chat ognuno.

Più della metà dei ragazzi (53%) e degli adulti (61%) considerano inoltre un pericolo reale che i minori possano essere vittime di cyberstalking da parte degli adulti, così come che venga loro chiesto, in cambio di regali, di inviare immagini o video che li ritraggono nudi (51% dei ragazzi e 65% degli adulti) oppure che gli adulti possano inviare a ragazzi conosciuti in rete materiali intimi che mettono a disagio (62% degli adulti e 49% dei ragazzi). Anche la scuola, le strutture sportive e gli oratori vengono considerati – ma solo da 1 ragazzo su 5 – i luoghi abitualmente frequentati da bambini e adolescenti dove maggiore può essere il rischio di subire comportamenti inappropriati, maltrattamenti e abusi da parte degli adulti.

«Troppo spesso, in tutta Italia – ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children -, le cronache ci consegnano casi di abuso e maltrattamento ai danni dei minori, anche molto piccoli, consumati nei luoghi che dovrebbero essere per loro sempre i più sicuri. Come la scuola, l’asilo nido, l’associazione o il centro sportivo. Ancora più doloroso – ha proseguito – il fatto che questi abusi siano compiuti dalle figure adulte di riferimento, violando un patto di fiducia essenziale per la crescita, con conseguenze che possono essere molto gravi e durature nel tempo. Non possiamo occuparcene solo quando questi casi esplodono in tutta la loro gravità. Nel Lazio, come in tutto il Paese, l’adozione di un sistema di tutela – regole di comportamento, chiare procedure di segnalazione, individuazione delle figure responsabili – per prevenire abusi e maltrattamenti ai danni di minori dovrebbe essere un requisito essenziale per tutti i servizi, educativi e ricreativi rivolti ai minori».

Dai dati dell’indagine Ipsos per Save the Children, che oltre a sondare l’opinione di adulti e ragazzi a livello nazionale realizza un focus specifico su 8 regioni italiane, emerge invece che a un aumento della consapevolezza dei rischi non corrisponde ancora la messa in campo di misure in grado di proteggere concretamente i minori nei luoghi che normalmente frequentano. Più di 1 genitore su 4 in Italia afferma infatti che in palestra o in altri centri ricreativi i propri figli non abbiano mai ricevuto informazioni su cosa fare in caso di maltrattamenti, abusi o condotte inappropriate, e, rispetto alla scuola, nel Lazio, quasi 1 genitore su 2 e 1 ragazzo su 4 sono convinti che anche lì non esistano regole chiare per tutelare i minori.

3 febbraio 2020