Vallini: la “Amoris laetitia” e il nuovo anno con le famiglie

Il cardinale Vicario anticipa gli orientamenti pastorali per il nuovo anno. Al centro l’esortazione post sinodale di Francesco

Il cardinale Vicario anticipa gli orientamenti pastorali per il nuovo anno. Al centro l’esortazione post sinodale di Papa Francesco

«Ripartire dalla formazione alla vita affettiva fin dall’adolescenza, accompagnare con itinerari adeguati la preparazione al matrimonio e la vita delle famiglie e dedicare attenzione alle tante  famiglie che vivono ai margini della vita ecclesiale». Sono gli impegni prioritari che il cardinale vicario Agostino Vallini indica alla comunità diocesana all’inizio del nuovo anno pastorale che proprio il porporato apre ufficialmente oggi, 19 settembre, nella basilica di San Giovanni in Laterano, con un doppio appuntamento: al mattino l’incontro per tutti i sacerdoti e in serata, alle 19, per gli operatori pastorali laici. A Roma Sette il cardinale Vallini anticipa il senso degli orientamenti pastorali che presenta oggi e si sofferma sull’importanza del dibattito sinodale e dell’esortazione apostolica che ne è seguita, la “Amoris laetitia”, che sarà al centro del nuovo anno pastorale. Non manca poi un richiamo al mondo della politica sul mancato sostegno alle famiglie, spesso annunciato ma ancora assente.

Eminenza, con la giornata conclusiva del Convegno diocesano si apre il nuovo anno pastorale. Un anno che vedrà al centro dell’attenzione la famiglia, nel solco della “Amoris laetitia” di Papa Francesco. Ci può presentare in sintesi quali sono gli orientamenti pastorali che proporrà nella sua relazione per il nuovo anno pastorale?
L’esortazione apostolica “Amoris laetitia” mette al centro della riflessione pastorale la gioia dell’amore che si vive nella famiglia cristiana e dunque l’esigenza che la Chiesa annunci con rinnovato impegno il Vangelo del matrimonio e della famiglia. Ne consegue che la Chiesa particolare deve promuovere un’azione capace di «accogliere, accompagnare, discernere e integrare» le famiglie. L’idea che la pastorale matrimoniale consista nei corsi di preparazione alla celebrazione del sacramento va superata. Bisogna ripartire dalla formazione alla vita affettiva  fin dall’adolescenza, accompagnare con itinerari adeguati la preparazione al matrimonio e la vita delle famiglie e dedicare attenzione alle tante famiglie che vivono ai margini della vita ecclesiale. Naturalmente è una visione di ampio respiro che va studiata e sperimentata con pazienza e che impegnerà per i prossimi anni. Ci auguriamo che gradualmente crei una nuova coscienza nelle comunità ecclesiali.

Le due assemblee sinodali sulla famiglia e la stessa esortazione apostolica hanno suscitato un ampio dibattito anche a livello ecclesiale, come forse mai prima era accaduto. Quale valutazione ne ha tratto? E quali sono, a suo avviso, le novità della “Amoris laetitia” che possono orientare al meglio l’impegno delle parrocchie e la vita dei fedeli?
Io credo che il dibattito su questo tema, quanto più ampio e coinvolgente possibile, sia un bene, anzi una necessità. Siamo in presenza di un cambiamento antropologico-culturale di vasta portata e la fedeltà al Vangelo ci domanda, come afferma il Papa fin dall’inizio dell’esortazione apostolica, di «ravvivare la nostra consapevolezza dell’importanza del matrimonio e della famiglia». Non a caso ha voluto indire due Sinodi sullo stesso argomento, far approfondire il tema, ascoltando le voci di tutte le Chiese del mondo, e poi chiedere un impegno pastorale forte che guardi con occhi di misericordia e di carità pastorale le famiglie nella loro concretezza esistenziale e presti attenzione e aiuto. Dunque il Papa ha voluto non soltanto riproporre la dottrina cattolica sul matrimonio e la famiglia, che resta immutata, ma orientare e spingere verso un agire pastorale che miri a far sentire a tutte le famiglie, anche quelle «ferite», oggi lontane, che sono Chiesa. Mi sembra un passo importante della missione della Chiesa.

Parlando di famiglia, viene spontaneo domandarsi perché continua a latitare l’attenzione da parte della politica. Di fronte a una disattenzione che condiziona negativamente la vita delle famiglie, cosa sente di poter chiedere al mondo politico e agli amministratori locali?
Lei ha pienamente ragione. La politica, sia nazionale che cittadina, è di fatto latitante nel dare sostegno alle famiglie; ogni tanto si sente parlare di proposte di provvedimenti, ma poi si conclude poco. Eppure dare stabilità alle famiglie con politiche che aiutino  i giovani a sposarsi, le giovani famiglie con assegni di maternità, con gli asili nido, qualche sostegno ai nuclei provati da disabilità e con anziani, significherebbe dimostrare nei fatti che la famiglia è la cellula primaria di una società sana. Negli incontri con le autorità non manco mai di chiedere attenzione e interventi a favore delle fasce più deboli della città e tra queste oggi certamente ci sono tante famiglie.

19 settembre 2016