90 anni fa nasceva Anna Frank
La ragazza del "Diario" nasceva il 12 giugno 1929. Il ricordo della senatrice a vita Liliana Segre; «Non so se oggi avrebbe avuto ancora la speranza»
Francoforte sul Meno, 12 giugno 1929: nasce Anna Frank. Una famiglia ebrea non praticante, la sua, ma ben inserita nella comunità ebraica di Francoforte. L’ascesa del nazismo negli anni ’30 costrinse il padre Otto, veterano di guerra e banchiere, a chiudere la banca e fuggire in esilio, portando la famiglia prima ad Aquisgrana e poi, nel 1936, nei Paesi Bassi. Qui Otto fonda una nuova società e inizia una nuova vita, che dura fino al 1940, quando Hitler invade i Paesi Bassi. Nonostante la promulgazione delle leggi anti-ebraiche, Otto evita la confisca della ditta trasferendo la proprietà al suo amico Jan Gies. Anna e la sorella Margot furono si trasferiscono in una scuola per soli ebrei. Nel luglio del 1942 la situazione precipita: la famiglia Frank si nasconde in un appartamento segreto, sopra i locali dell’ufficio di Otto. Il 4 agosto 1944 vengono scoperti dalla Gestapo, grazie a un informatore anonimo, e deportati. Anna muore nel marzo 1945, nel campo di concentramento di Bergen Belsen.
È proprio in quell’appartamento segreto che, il giorno dopo l’arresto, l’amico Gies avrebbe ritrovato il Diario, i taccuini, le lettera e gli scritti di Anna, che sognava di fare la scrittrice, e che dopo la fine della guerra avrebbe riconsegnato al padre, sopravvissuto ad Auschwitz. A dicembre del 1942 infatti Anna aveva già quasi riempito il diario ricevuto in quello stesso anno come regalo per il suo 13° compleanno, ma continuava a fare annotazioni su annotazioni, scrivendo anche poesie e racconti. “Kitty”: questo il nome che aveva dato al diario, come ad un’amica alla quale confidare tutto, «come non ho mai potuto fare con nessuno», scrive la ragazzina emozionata in una delle sue prime pagine. «E cerco un mezzo per diventare come vorrei essere e come potrei essere se… non ci fossero altri uomini al mondo»: è l’ultima frase dell’ultimo appunto consegnato da Anna alla sua Kitty, il 1° agosto 1944. Parole che raccontano la frustrazione di una ragazza che si sente «un fastello di contraddizioni», poco compresa dagli altri e dalla famiglia.
Nonostante tutto però «il messaggio di Anna Frank è stato sempre positivo, fino all’ultimo», riflette Liliana Segre, senatrice a vita, sopravvissuta ai campi di sterminio. «Lo vogliamo rovinare? Lo vogliamo distruggere non solo con le magliette ma facendole capire dopo tanti anni che il suo messaggio è stato inutile, che non è stato raccolto? Purtroppo è così». A raccogliere l’amarezza della senatrice per come facilmente in Italia si perde la memoria e si cade negli stessi errori di tanti anni fa è l’Agenzia Sir, alla quale Segre ricorda i tanti eventi, le mostre i discorsi su Anna Frank a cui ha partecipato. «Sono una sopravvissuta, una testimone, sono come sarebbe stata lei oggi se fosse stata risparmiata – le sue parole -. Anna Frank è morta prima di diventare quella donna che sarebbe stata. Non ha potuto diventare sposa, mamma e non ha potuto diventare nonna. È rimasta la ragazza del rifugio segreto, nel cuore di tutti. Come si fa a dimenticare Anna Frank? Come si fa a mettere Anna Frank sulle magliette di quelli che vanno nelle curve degli stadi? Come si fa a esprimere una bestemmia di questo genere? È ignoranza, oltre che insensibilità. Vuol dire non aver letto e studiato la storia. Mettere quelle magliette è uccidere di nuovo Anna Frank, tante volte quante sono le persone che le indossano».
Al Sir Segre parla anche dell’oltraggio alle pietre di inciampo poste sulle strade in memoria delle persone che furono vittime della Shoah. «Le pietre di inciampo oltraggiate fanno morire ogni volta quella persona che è già morta solo per la colpa di essere nata. E anche Anna Frank è morta per la colpa di essere nata – afferma Segre -. E siccome si cancella la storia dai libri, rimarranno solo le tracce. Poi moriranno tutti. Saremmo morti tutti, carnefici e vittime ancora superstiti. Rimarrà, forse, una riga in un libro storia e poi non ci sarà più neanche quella. Il messaggio di Anna Frank? Io non so se oggi avrebbe avuto ancora la speranza».
12 giugno 2019