A San Giovanni la diocesi di Roma in preghiera per l’Ucraina

L’annuncio di De Donatis: appuntamento il 24 febbraio, a un anno esatto dall’invasione russa. «Una data simbolica. Mi appello alle comunità a unirsi nell’implorare dal Signore il dono della pace e a rafforzare le nostre azioni di operatori di pace»

Il 24 febbraio 2022 è iniziato da poche ore. È quasi l’alba, ma è già sveglio il presidente russo Vladymir Putin, che parla in diretta televisiva alla nazione. Annuncia una «operazione militare speciale» nella zona orientale dell’Ucraina, volta a garantire la sicurezza dei cittadini russi. Alle parole seguono, immediatamente, i fatti: attacchi aerei e missilistici colpiscono località in tutta l’Ucraina, dalla capitale Kiev ai posti di frontiera ucraini con Russia e Bielorussia. Un paio d’ore dopo, le forze di terra russe entrano in Ucraina. Non si fa attendere la risposta di Kiev, con il presidente Volodymyr Zelenskyj che parla al suo popolo, annuncia la legge marziale e la mobilitazione generale. Iniziava così, poco più di un anno fa, la guerra in Ucraina. Un conflitto che ha prodotti morti, sfollati, distruzione e dura ancora oggi.

A un anno esatto dallo scoppio delle ostilità, la diocesi di Roma si vuole raccogliere in preghiera, per ricordare tutte le vittime e chiedere, ancora una volta, la pace. L’appuntamento è per il prossimo venerdì 24 febbraio, alle ore 18, nella basilica di San Giovanni in Laterano. “E la pace non avrà fine”, dal capitolo 9 del libro del profeta Isaia, è il titolo scelto per il momento di preghiera, che sarà presieduto dal cardinale vicario Angelo De Donatis e sarà trasmesso in diretta su Telepace e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma. «Il 24  febbraio – riflette il cardinale De Donatis – si compirà un anno dall’inizio del conflitto in Ucraina, la tragedia della guerra causata dall’invasione russa. Dodici mesi intensi di sofferenze di cui seguiamo gli sviluppi in una spirale sempre più minacciosa. Purtroppo, oltre a non vedere spiragli di luce per la cessazione delle ostilità, siamo preoccupati per il dibattito pubblico che propone le armi come unico strumento per ristabilire la pace. Noi, come credenti, non possiamo accettare questo: non vogliamo rassegnarci alla mancanza di soluzioni per una pace vera. Non ci illudiamo nemmeno che la via della pace e della riconciliazione siano facili da percorrere. Eppure, questa pace la chiediamo al Signore, vogliamo costruirla nel nostro quotidiano, con le nostre azioni piccole
e grandi».

Durante quest’ultimo anno la preghiera per la pace non è mai cessata. Così come non sono venute meno le iniziative di solidarietà verso il popolo ucraino, come raccontato da Roma Sette e da Romasette.it. La diocesi tutta si è mobilitata per accogliere centinaia di profughi, soprattutto mamme con bambini, che hanno trovato calorosa accoglienza in parrocchie, istituti religiosi, appartamenti e nelle strutture della Caritas diocesana. Attivata anche una raccolta fondi diocesana per l’emergenza Ucraina, che già nei primi due mesi aveva raggiunto la cifra di quasi 900mila euro, grazie alla generosità di tanti piccoli donatori. Lo ricorda anche il cardinale De Donatis, nella sua lettera di invito alla veglia di preghiera. «La Chiesa di Roma, con tutte le realtà ecclesiali e con gli uomini di buona volontà – scrive il porporato -, sta lavorando in modo esemplare nell’accoglienza e nel sostegno del popolo ucraino. Di questo sono grato a tutti coloro che si impegnano in questa strada della pace: comunità parrocchiali e religiose, associazioni ecclesiali, singole famiglie e persone. Tanti sono impegnati ad accogliere, proteggere, sostenere concretamente ed economicamente la popolazione fragile, la prima vittima di questa guerra».

Per questo è importante ricordare la data del 24 febbraio, «una data simbolica che vogliamo vivere in modo particolare». Non è «una celebrazione né una ricorrenza», sottolinea il vicario. «Eppure – conclude – sento il bisogno di invitare tutti voi a trascorrere insieme questa giornata in modo speciale, vivendola con il digiuno personale e la preghiera comunitaria. Mi appello alle comunità ad unirsi nell’implorare dal Signore il dono della pace e a rafforzare le nostre azioni di operatori di pace».

13 febbraio 2023