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In Bangladesh vaccinazioni per 150mila bambini rohingya

In 68 insediamenti per rifugiati vicino al confine con il Myanmar la campagna di 7 giorni condotta dal ministero della Salute con Unicef e Oms

di Redazione online pubblicato il 19 Settembre 2017
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150mila bambini rohingya al di sotto dei 15 anni, che vivono in 68 insediamenti per rifugiati in Bangladesh, vicino al confine con il Myanmar. È destinata a loro la campagna straordinaria di vaccinazione contro morbillo, rosoli e poliomielite attualmente in corso, condotta dal ministero della Salute con il sostegno di Unicef e Organizzazione mondiale della sanità. Un’iniziativa della durata di 7 giorni, di cui dà notizia l’Unicef in una nota, informando anche che l’organizzazione delle Nazioni Unite mette a disposizione «vaccini, siringhe e capsule di vitamina A». Oltre 410mila, ricordano ancora dall’Unicef, i rifugiati rohingya arrivati in Bangladesh dal 25 agosto «e migliaia di persone giungono ogni giorno. Secondo le stime, i bambini rappresentano il 60% di tutti i rifugiati».

Soddisfazione, nelle parole di Navaratnasamy Paranietharan, rappresentante dell’Oms in Bangladesh, per essere riusciti ad «avviare così rapidamente la campagna di immunizzazione per proteggere la popolazione da un possibile focolaio di morbillo». Il morbillo infatti, sottolinea Edouard Beigbeder, rappresentante Unicef in Bangladesh, «è una malattia molto contagiosa e pericolosa durante le emergenze, specialmente per i bambini già deboli e malnutriti. Con migliaia di bambini che ogni giorno attraversano il confine – aggiunge – la vaccinazione è fondamentale per prevenire la diffusione di malattie potenzialmente letali».

Oltre a questa iniziativa, Unicef e Oms affiancano il ministero della Sanità anche «per ampliare il numero di medici, infermieri, tecnici di laboratorio, per rafforzare i servizi sanitari materno, neonatale, infantile e adolescenziale», oltre che «per migliorare la qualità dell’acqua, le strutture igienico-sanitarie e l’igiene nelle strutture sanitarie». L’Unicef provvederà all’invio di ulteriori aiuti sanitari e nutrizionali da Dacca e dal suo centro di rifornimento a Copenaghen. Per il momento, avvertono, si prevede un fabbisogno di almeno 7,3 milioni di dollari Usa per i prossimi tre mesi «ma saranno necessari fondi supplementari man mano che la popolazione rifugiata continuerà a crescere».

19 settembre 2017


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