Caritas Roma fa il punto su “Invisibili e diritti”
Presentato il terzo quaderno della collana “Sguardi”: un approfondimento sulla residenza anagrafica per le persone senza dimora e la loro iscrizione al Servizio sanitario nazionale. Il direttore Trincia: «Senza residenza viene meno la cittadinanza»
«Senza residenza si è costretti a diventare invisibili e viene meno la cittadinanza ed è per questo che il primo passo da compiere per aumentare la sicurezza di tutti è quello di tutelare i diritti di chi è ai margini». Il direttore della Caritas diocesana di Rina Giustino Trincia presenta con queste parole il terzo quaderno di formazione della collana “Sguardi”: un approfondimento sulla residenza anagrafica per le persone senza dimora e la loro iscrizione al Servizio sanitario nazionale, con statistiche, aggiornamenti legislativi, esperienze concrete e proposte rivolte alle istituzioni, agli enti locali e alle comunità parrocchiali. Proprio per illustrarlo alle comunità parrocchiali e agli animatori della carità è in programma per questa sera, 18 settembre, alle 18, un incontro online
Per chi vive in strada, scrive Trincia nella presentazione, «la prima grande mancanza, oltre a un tetto decorso, è l’assenza di diritti e, con essa, la privazione della dignità di essere umano. L’invisibilità di queste persone è paradossale ma sostanziale – aggiunge -. Paradossale perché la loro condizione in realtà è ormai molto evidente, lungo le strade, nelle piazze, nei pressi di giardini e stazioni, alberghi e ristoranti. Sostanziale perché la mancanza della residenza le rende sconosciute ai servizi sociali, al sistema sanitario, alla previdenza e, spesso, anche alla giustizia».
Un problema, quello dell’impossibilità di avere una residenza, ancora più grave in una città come Roma dove, da oltre mezzo secolo, permane «un grave e inaccettabile problema abitativo». Basti pensare che sono quasi 30mila i nuclei familiari che hanno richiesto al Comune un contributo per pagare l’affitto; i provvedimenti di sfratto in pochi anni sono triplicati, arrivando nel 2022 a 6.591 (tanti per morosità incolpevole), di cui 2.784 eseguiti con la forza pubblica. Ancora, si contano 16.600 le famiglie in attesa di un alloggio popolare, con un’attesa media di 10 anni, mentre mille famiglie, in emergenza abitativa, sono ospitate a spese del Comune e 4mila vivono in alloggi occupati senza titolo.
A queste si aggiungono le persone senza alcuna abitazione. Al 31 dicembre 2021 erano 23.420 i “senza tetto e senza fissa dimora” censiti dall’Istat nei 121 Comuni dell’area metropolitana di Roma, la maggior parte dei quali nel territorio della Capitale. Il censimento indicativo ma non esaustivo realizzato il 20 aprile 2024 dall’Istat e da Roma Capitale con la collaborazione di 1.962 volontari ha permesso di individuare 2.204 persone che passavano la notte in strada nella sola area dell’anello ferroviario di Roma, comprese le stazioni ferroviarie di Roma Ostiense, Tiburtina, Trastevere e Tuscolana e nei quartieri residenziali del X municipio (Ostia).
Roma, rivendica il direttore della Caritas diocesana, «è la prima città in Italia a stabilire che quello della residenza è un diritto sacrosanto e bisogna iscrivere all’anagrafe le persone che si trovano in città, anche se vivono in situazioni di disagio e irregolarità. Iscrivendole all’anagrafe, i genitori potranno lavorare, gli anziani percepire una pensione se ne hanno diritto, i bambini potranno avere un pediatra e la loro condizione sociale potrà cambiare», spiega. E parla di un provvedimento «molto importante» ma che, «da solo, non è però sufficiente. Va ora attuato – incalza -, anzitutto formando gli operatori delle anagrafi e dei servizi sociali; realizzando una campagna comunicativa insieme al mondo del volontariato e della solidarietà e coinvolgendo nell’informazione di prossimità, quanti, al di là delle diverse sensibilità politiche, sociali, economiche e religiose, sono disponibili a impegnarsi in prima persona per aiutare i più fragili a rendere esigibili i loro diritti ampliando le opportunità di welfare per i residenti e favorendo l’accesso alla sanità anche alle persone più deboli».
Fornire informazioni e strumenti utili a quanti vogliono contribuire alla promozione umana di questi “invisibili” è proprio l’obiettivo di questo nuovo numero della collana “Sguardi”, scaricabile gratuitamente dal sito caritasroma.it. La collana, ricordano dall’organismo pastorale diocesano, rivolta in modo particolare agli animatori della carità, nasce dall’esperienza del Manucale operativo dei diritti, che la Caritas diocesana di Roma aggiorna costantemente, online, dal 2020. Al centro, l’idea di promuovere una visione della città con gli occhi e dal punto di vista dei poveri e delle persone più fragili. «È questo il punto di osservazione più vicino non solo alla realtà di tutti i giorni ma anche alla possibilità di trovare soluzioni in sintonia con il bene comune», sottolineano da Caritas Roma.
18 settembre 2024