Consulta antiusura: sconcerto per il protocollo tra Confindustria e Mettiamoci in gioco

Affidata a una nota la reazione al testo siglato il 16 ottobre tra Sistema Gioco Italia e il cartello di associazioni contro l’azzardo: «Grossolana manifestazione di incompetenza che inasprisce una sofferenza sociale nel nostro Paese già ben oltre il sostenibile»

Dopo giorni di polemiche, che hanno visto anche il dissociarsi, tra gli altri, dell’Azione cattolica, sul protocollo siglato il 16 ottobre tra Sistema Gioco Italia, federazione di filiera dell’industria del gioco aderente a Confindustria, e il cartello “Mettiamoci in Gioco”, che riunisce associazioni, movimenti, sigle sindacali e realtà del terzo settore, arriva anche la nota di monsignor Alberto D’Urso, vice presidente e segretario nazionale della Consulta antiusura. «Ciò che già immediatamente sconcerta – si legge – è la manomissione delle parole e la grossolana manifestazione d’incompetenza di entrambi sui nodi fondamentali della questione». Nel protocollo infatti, osserva monsignor D’Urso, «il gioco d’azzardo diventa “gioco con alea con posta in denaro”. L’intento, neppure tanto difficile da disvelare – continua – è quello di negare la parola “azzardo”, insieme allo scenario che essa evoca, camuffandola con la perifrasi». Tutto per «dare un colpo di spugna al disvalore complessivo che il gioco d’azzardo riveste per il nostro ordinamento giuridico».

Per il vice presidente della Consulta antiusura, l’attuazione del protocollo avrà il solo effetto di «attrarre al mercato dell’azzardo coloro che, ancora, vi potevano opporre motivi religiosi e morali», inasprendo una «sofferenza sociale che nel nostro Paese è estesa già ben oltre il sostenibile». Nella scelta di ribadire, come si legge nel testo siglato il 16 ottobre, che l’alea per la stragrande maggioranza delle persone non costituisce un problema si nasconde il rischio di «obliterare il danno complessivo». Rimandando a una «”diagnosi specialistica”, che peraltro non è chiaro come sarà condotta dai firmatari del protocollo», il fenomeno della dipendenza e della patologia, a detrimento di «una visione “relazionale” del danno che il gioco d’azzardo provoca ad amplissimo raggio».

In questo Protocollo, si legge ancora nella nota, «esiste solo il problema dei patologici e non un complesso (aggiungiamo: sistemico) di sofferenze e disfunzioni che riguardano l’intera società italiana, nelle sue differenti sfere: dei rapporti economici, culturali, interpersonali, familiari, educativi». Quindi si cita l’udienza generale del 29 gennaio scorso, nella quale «Papa Francesco sull’usura utilizzò parole fermissime e non altrimenti declinabili».

22 ottobre 2014