Coronavirus, il premier Conte: «Rispettare tutte le regole»

Il presidente del Consiglio interviene sull’impennata dei casi. Sull’ipotesi di un nuovo lockdown: «Non faccio previsioni». In Francia intanto è coprifuoco

«Io non faccio previsioni per Natale, io faccio previsioni in questo momento delle misure più adeguate idonee e sostenibili per prevenire un lockdown ma è chiaro che molto dipenderà dal comportamento dei cittadini». Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte risponde con queste parole al virologo Andrea Crisanti che nel pomeriggio di ieri, 14 ottobre, definiva l’ipotesi di un lockdown a Natale «nella natura delle cose». Da Capri, dove è andato a inaugurare un elettrodotto sottomarino, nella giornata in cui si è registrato in Italia il record assoluto di contagi – 7.332 -, spiega che «questa curva che sta lentamente ma progressivamente crescendo è la ragione per cui abbiamo adottato misure più restrittive: non ci ha fatto affatto piacere ma dobbiamo adesso rispettare le regole più restrittive. C’è il nuovo innalzamento, seppure a fronte di un record di tamponi, ma è chiaro che non può non preoccupare e non spingerci a rispettare tutte le regole».

L’obiettivo dunque è «fermare questa curva» e per farlo, asserisce il premier, «non c’è modo migliore che rispettare le regole. Se cresce il numero dei contagiati e il numero delle persone negli ospedali e in particolare in terapia intensiva andremo di nuovo in difficoltà». Quindi, ancora un richiamo ad affrontare la nuova ondata «con un grande senso di responsabilità, con grande sensibilità, afferrando quelli che sono i valori in gioco. E smettiamola di far polemica, di fare discorsi astratti, di fare discussioni e dibattiti: qui bisogna essere concreti. C’è da tutelare la salute. È una partita in cui vinciamo o perdiamo tutti».

Dopo le tensioni sui due fronti caldi della scuola e dei trasporti, un monito anche alle Regioni. «Lo schema – ancora le parole di Conte – è molto chiaro: continueremo ad aggiornarci costantemente. La formula vincente è collaborare, collaborare, collaborare». E ai governatori il presidente del Consiglio ricorda che il dpcm consente di «introdurre misure restrittive non appena se ne presentasse la necessità». Poi, sulle zone rosse: «Forse più che le Regioni dobbiamo chiudere temporaneamente determinate aree; se si generalizza si crea più danno che beneficio».

Il premier rassicura anche sull’avvenuto rafforzamento del sistema sanitario nazionale. «Abbiamo attrezzature respiratorie che possiamo distribuire alla bisogna. Manderemo personale medico aggiuntivo», in Campania, se servirà, e ovunque sarà necessario. Per «salvare la comunità» valuta anche la possibilità di chiedere all’Europa i soldi del Mes. E proprio dall’Europa, arrivano notizia preoccupanti dalla Francia, dove sempre nella serata di ieri il presidente Emmanuel Macron ha annunciato in diretta tv un coprifuoco per tutta la regione dell’Île-de-France e in otto città del Paese: Lille, Rouen, Lione, Saint-Etienne, Grenoble, Marsiglia, Montpellier, Tolosa. A partire da sabato 17 ottobre, in queste zone, tutti a casa dalle 21 alle 6. Si calcola che siano 20 milioni i francesi coinvolti. Ristoranti, teatri, cinema resteranno chiusi la sera. Ovunque sul territorio, Macron invita a rispettare la «regola del sei», ovvero a non organizzare feste e incontri con più di sei ospiti, come indicato anche nel dpcm licenziato dal governo Conte il 13 ottobre. Rivolgendosi direttamente ai francesi, il presidente ha ribadito gli obiettivi del pacchetto di misure decise dal governo: scendere dai 20mila nuovi casi positivi al giorno a una cifra che vada tra i 3mila e i 5mila. Per quanto riguarda i pazienti in terapia intensiva, l’intento è quello di ridurre la percentuale dal 32% attuale al «10-15%».

Dal presidente francese, un omaggio ai giovani, che stanno vivendo «un terribile sacrificio», ha riconosciuto: «È difficile avere 20 anni nel 2020». Delle nuove regole – necessarie «per non essere indotto a prendere misure più dure» – ha riconosciuto la natura vincolante e le inevitabili conseguenze sui settori già duramente colpiti della ristorazione, della cultura e  degli eventi. Da ultimo, la raccomandazione a incentivare il lavoro a distanza. Parole, quelle di Macron, all’insegna della franchezza, a dire che «la situazione sanitaria è preoccupante ma non fuori controllo», commenta il direttore di La Croix Guillaume Goubert. «Molto grave» la definisce anche il presidente dell’Europarlamento David Sassoli, annunciano che la plenaria in programma dal 19 al 22 ottobre si svolgerà in remoto. L’assemblea avrebbe dovuto svolgersi a Strasburgo ma «gli spostamenti costituiscono un pericolo – scrive Sassoli in un tweet -. La situazione in Francia e in Belgio è molto grave». Di qui la scelta di convocarla online. «Strasburgo – conclude – rimane la sede del Parlamento e faremo di tutto per tornare». La seconda sede, a Bruxelles, ha ospitato finora le sessioni dal dopo lockdown ma molti eurodeputati hanno partecipato da casa, con le sessioni on line.

15 ottobre 2020