Crisi Ucraina: l’Italia «condanna fermamente» la decisione delle autorità russe
Il ministro degli Esteri Di Maio: «Le iniziative unilaterali non sono la risposta alla crisi. Dobbiamo continuare a cercare una soluzione diplomatica»
Sulla crisi tra Ucraina e Russia è intervenuto questa mattina il ministro degli Affari esteri italiano Luigi Di Maio. «In qualità di presidente del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa – ha detto -, condivido e appoggio pienamente quanto dichiarato dalla Segretaria generale del Consiglio d’Europa. L’Italia condanna fermamente la decisione delle autorità russe di riconoscere le cosiddette “repubbliche popolari’ di Donetsk e Luhansk”. Nelle parole del titolare della Farinesina, «le iniziative unilaterali non sono la risposta alla crisi. Dobbiamo continuare a ricercare una soluzione diplomatica per favorire una risoluzione pacifica di questo conflitto». Quindi la conclusione: «Ribadiamo il fermo sostegno e l’impegno a favore dell’indipendenza, della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina nei suoi confini riconosciuti a livello internazionale».
Nella giornata di ieri, 21 febbraio, il presidente russo Vladimir Putin ha prima annunciato il riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, nel Donbass, e poi ordinato l’invio di truppe militari sovietiche nella regione, «per assicurare la pace», è la versione ufficiale fornita dal Cremlino. «C’era un’atmosfera favorevole alla decisione di Putin ma forse non ci si aspettava che decidesse proprio adesso», ha commentato all’Agenzia Sir il giornalista Fulvio Scaglione, per anni corrispondente da Mosca. Ora, ha rilevato, «non necessariamente lo spazio per la diplomazia si è chiuso o ridotto. Certo le cose si fanno più complicate». Diverse le ipotesi possibili; la più plausibile, per il giornalista, è che «Putin si fermi e guardi cosa succede per poi decidere l’eventuale nuova mossa», commenta nell’intervista concessa ad Alberto Baviera. Lo sviluppo della crisi in ogni caso «dipende anche dalle divisioni interne all’Occidente stesso. È inutile nascondersi la realtà: questa crisi riguarda primariamente Russia e Stati Uniti ma si svolge – fino all’eventualità dei combattimenti – in Europa. Siamo noi europei quelli che avremmo con qualunque esito i danni e le difficoltà maggiori».
Intanto l’ambasciata d’Italia in Ucraina ha indicato agli italiani a Kiev «i centri di raccolta prestabiliti», nell’eventualità di un’evacuazione. I centri, individuati in base agli indirizzi di residenza, andranno raggiunti «unicamente in caso di assoluta emergenza e sempre qualora gli spostamenti fossero consentiti», si legge nella mail inviata dall’ambasciata, che ha ribadito a «quanti fossero tuttora presenti» nel Paese l’invito a lasciarlo «con i mezzi commerciali al momento disponibili». Ai connazionali che dovessero comunque decidere di non lasciare l’Ucraina, «si raccomanda di usare la massima prudenza, di assicurarsi di avere documenti d’identità validi ed aggiornati e si suggerisce, a titolo precauzionale, di valutare l’opportunità di predisporre alcune scorte di acqua, cibo e vestiti caldi e di carburante per le auto». E nella Capitale, riferiscono alcuni testimoni, si vede «meno traffico e più polizia».
22 febbraio 2022