Fontana di Trevi, la gestione delle monete resta alla Caritas

La giunta capitolina ha prorogato al 31 dicembre 2018 l’affidamento all’organismo diocesano, riconoscendone la capacità di intercettare le più diverse forme di povertà. Feroci: «Testimonianza verso la comunità»

L’affidamento delle monete lanciate dai turisti nella Fontana di Trevi resta alla Caritas diocesana di Roma: con una memoria che porta la data del 29 marzo scorso, la giunta capitolina ha prorogato fino al 31 dicembre 2018 l’incarico all’organismo pastorale diocesano, con l’obiettivo della solidarietà verso le persone più fragili. Una scelta in linea con quelle delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi 20 anni, rimarcano dalla Caritas, e che «esprime concretamente la solidarietà di tutta la città di Roma verso chi soffre ed è svantaggiato, riconoscendo all’organismo della Chiesa di Roma quella specificità, “unica” nella città, di intercettare e incontrare le più diverse forme di povertà». Cittadini senza dimora ma anche anziani soli, immigrati che non riescono a integrarsi, malati, minori difficili, famiglie in difficoltà: tutti raggiunti grazie a una ramificazione territoriale che conta 139 centri di ascolto parrocchiali presenti in tutti i municipi e quartieri.

In questi anni dunque il “tesoretto” della Fontana di Trevi  è diventato pasti erogati nelle mense ai poveri in estrema indigenza, che però non presentano le caratteristiche per l’assistenza; e ancora, servizi di ascolto, assistenza e accoglienza che per diversi motivi non possono godere di altri sovvenzionamenti; progetti portati avanti con i servizi sociali territoriali: sostegni per la spesa alimentare, per il pagamento delle utenze domestiche, per l’affitto e per il mutuo, iscrizioni scolastiche, spese mediche, rimpatrio di salme, progetti di microcredito. Interventi di carità diffusa, insomma, che difficilmente potrebbero trovare finanziamenti diversi, «soprattutto se derivanti da fondi soggetti a bando e con rendicontazioni specifiche», è il commento dei responsabili Caritas. Quanto raccolto dalla Fontana di Trevi rappresenta in parte un fondo per casi disperati: «Gli ultimi tra gli ultimi», che, pur non rientrando in alcuna “categoria”, costituiscono l’aspetto più problematico del disagio.

Il direttore della Caritas diocesana di Roma Enrico Feroci parla di questi anni in cui Roma Capitale ha affidato i proventi delle monete di Fontana di Trevi alla Caritas utilizzando alcune parole chiave: «Responsabilità, trasparenza, spirito di servizio e testimonianza». Responsabilità «anzitutto verso i poveri, i veri beneficiari dei proventi della fontana, per i quali sono utilizzati, pensando soprattutto a coloro che non possono avere altre forme di sostegno. In questi anni – prosegue Feroci – abbiamo interpretato il nostro ruolo per restituire ai cittadini sofferenti ciò che troppo spesso e per ragioni diverse non riescono ad avere in termini di servizi e, ancor più grave, in termini di diritti».

La seconda parola, «trasparenza», il direttore della Caritas la declina rispetto all’amministrazione pubblica, «che ha scelto l’opera della Caritas perché si tratta dell’organismo più diffuso sul territorio e in grado di incontrare, direttamente e non, tutte le forme di povertà e disagio. Situazioni che prevedono una relazione di prossimità basata sulla fiducia», realizzata grazie alla formazione e all’accompagnamento di «un vastissimo numero di volontari che ogni giorno rappresentano la vera ossatura di questo sistema di welfare».

Da ultimo, la «testimonianza verso la comunità, attraverso opere che siano dei segni di speranza. Luoghi – mense, ostelli, case famiglie, comunità e centri di ascolto – in cui è possibile per ognuno conoscere e incontrare le situazioni di emarginazione; dove comprenderne le cause ed educare ad una solidarietà che sia consapevole condivisione, in cui tutti possono partecipare ed essere protagonisti del cambiamento». Con questo spirito, conclude Feroci, «la Caritas continuerà la gestione delle monetine di Fontana di Trevi fino a quando l’amministrazione comunale rinnoverà il mandato».

3 aprile 2018