Francesco: «Moltiplicare occasioni di lavoro tra cattolici e ortodossi»
Lo ha detto il Papa ricevendo in udienza la delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, alla vigilia della festa dei santi Pietro e Paolo alla quale parteciperà in rappresentanza di Bartolomeo
«È mio auspicio che si moltiplichino le opportunità in cui noi cattolici e ortodossi, a tutti i livelli, possiamo lavorare insieme, pregare insieme, annunciare insieme l’unico Vangelo di Gesù Cristo che abbiamo ricevuto dalla predicazione apostolica, per sperimentare sempre di più in questo cammino comune l’unità che, per grazia di Dio, già ci unisce». Papa Francesco ha concluso così il discorso rivolto alla delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli ricevuta oggi in udienza alla vigilia della festa dei santi Pietro e Paolo alla quale, come da tradizione, parteciperà in rappresentanza del patriarca Bartolomeo e del Santo Sinodo.
«La vostra presenza in occasione delle celebrazioni in onore dei Patroni principali della Chiesa di Roma è segno della crescente comunione che lega la Chiesa Cattolica e il Patriarcato Ecumenico», ha detto Francesco sottolineando che «fare memoria degli Apostoli, dei loro insegnamenti e della loro testimonianza significa ricordare le radici comuni sulle quali si edificano le nostre Chiese sorelle, ma anche prendere coscienza della comune missione al servizio del Vangelo, per generare un’umanità nuova, protesa verso Dio».
Di fronte al «progressivo offuscamento della fede cristiana», il «disprezzo della dignità della persona umana, l’idolatria del denaro, la diffusione della violenza, l’assolutizzazione della scienza e della tecnica, lo sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali sono soltanto alcuni dei gravi segni di una tragica realtà, alla quale non possiamo rassegnarci», ha sottolineato il Papa. Di qui la condivisione con quanto affermato dal Patriarca Bartolomeo nel discorso tenuto nel corso della sua recente visita a Roma in occasione del convegno internazionale su “Nuove politiche e stili di vita nell’era digitale” nel quale invitava a respingere «la cinica frase “Non c’è alternativa”» sostenendo: «Le nostre Chiese possono creare nuove possibilità di trasformazione per il nostro mondo» all’insegna di comunione e solidarietà. Una «convergenza di visioni con il mio amato fratello Bartolomeo» che, ha osservato Francesco, «si traduce in un concreto lavoro comune».
«Anche nel corso di questi ultimi mesi – ha ricordato – il Patriarcato Ecumenico e la Chiesa cattolica hanno collaborato su iniziative concernenti temi di notevole importanza, quali la lotta contro le forme moderne di schiavitù, la difesa del creato, la ricerca della pace». Infine il sentito ringraziamento a Bartolomeo «di avere subito accettato il mio invito ad incontraci il prossimo 7 luglio a Bari insieme con i Capi di Chiese e Comunità cristiane del Medio Oriente, per pregare e riflettere sulla tragica situazione che affligge tanti fratelli e sorelle di quella regione».
28 giugno 2018