Francia verso le urne, dai vescovi l’invito a essere «artigiani di pace»
La nota del Consiglio episcopale francese indirizzata a tutte le parrocchie del Paese, insieme a una preghiera. Lo sguardo al dopo elezioni: essere «attori di amicizia sociale»
«Lo scioglimento dell’Assemblea nazionale ha messo il nostro Paese in uno sconvolgimento inaspettato». Parte da questa premessa la nota del Consiglio episcopale francese – presieduto dall’arcivescovo di Reims Éric de Moulins-Beaufort – che verrà letta e diffusa in tutte le parrocchie del Paese, insieme a una preghiera. Dalla preoccupazione dei presuli per la situazione nel Paese, dopo le elezioni europee che hanno visto il boom dell’estrema destra guidata da Marine Le Pen, tanto da spingere il presidente Emmanuel Macron a sciogliere il Parlamento e andare al voto anticipato.
«Il risultato delle elezioni europee è l’ennesimo sintomo di una società preoccupata, dolorosa, divisa – si legge nel testo dei vescovi -. Lo scioglimento dell’Assemblea nazionale ha messo il nostro Paese in uno sconvolgimento inaspettato». Di qui l’invito rivolto ai cattolici a «essere cittadini responsabili e dare il nostro contributo alla qualità della vita democratica e sociale del nostro Paese». La tesi dei vescovi è che «il disagio sociale a cui stiamo assistendo è sicuramente legato alle decisioni politiche, ma è più profondo. È dovuto anche all’individualismo e all’egoismo in cui sono trascinate da decenni le nostre società, alla dissoluzione dei legami sociali, all’indebolimento delle famiglie, alla pressione dei consumi, all’affievolimento del senso di rispetto alla vita umana, alla cancellazione di Dio nella coscienza comune». Il Consiglio episcopale permanente di Francia lo afferma con chiarezza: «I parlamentari e i leader politici non possono fare tutto. Devono però cercare il meglio per tutti noi – aggiungono i presuli -, per l’unità, la prosperità e l’influenza del nostro Paese in un mondo in profondo cambiamento». Devono cioè agire «per il bene comune».
I francesi saranno chiamati alle urne domenica 30 giugno e al ballottaggio domenica 7 luglio. Guardando già al dopo elezioni, i vescovi scrivono che «l’8 luglio, qualunque siano le nostre scelte elettorali, tutti noi francesi dovremo ancora e sempre rispettare i nostri concittadini che hanno opinioni diverse dalle nostre e lavorare insieme per la continuità e il miglioramento della nostra vita sociale comune. Dovremo ancora volere che il nostro Paese onori i suoi impegni e serva la pace e la giustizia nel mondo – proseguono -. Dovremo sempre guardarci dalla violenza, stare attenti a non diffondere rabbia e odio, a non rassegnarci all’ingiustizia ma lottare per la giustizia con i mezzi della verità e della fraternità». E ancora: «Tutti dovranno sempre preoccuparsi di chi sta peggio di loro. Noi cattolici lo faremo attingendo alla grazia di Dio e alla nostra fede nella sua salvezza, per superare paure, rabbie, ansie e per essere “artigiani di pace” e “attori di amicizia sociale”».
Il testo si conclude con una preghiera di invocazione perché in questo tempo in cui la Francia è chiamata a prendere decisioni importanti, rimanga sempre «una terra di libertà, giustizia, fraternità e all’altezza del suo ruolo nella storia».
21 giugno 2024