Giornata mondiale contro il cancro infantile: “Ti voglio una sacca di bene”
La campagna di sensibilizzazione alla donazione del sangue, fino al 19 febbraio: dalle associazioni, l’appello a donare al Gemelli, al Bambino Gesù e all’Umberto I
In occasione della Giornata mondiale contro il cancro infantile, che si celebra il 15 febbraio, la Fiagop (Federazione italiana associazioni genitori e guariti oncoematologia pediatrica) invita a donare sangue, plasma e piastrine. Da oggi, 13 febbraio, fino a domenica 19 febbraio lancia l’iniziativa “Ti voglio una sacca di bene”: le associazioni lanciano un appello a recarsi, su appuntamento, presso il centro trasfusionale più vicino, meglio se in un ospedale pediatrico. Il sangue è infatti un dono prezioso nei momenti più difficili delle terapie oncologiche. «A Roma si può donare al Policlinico Agostino Gemelli, al Bambino Gesù e al Policlinico Umberto I, i tre ospedali pediatrici oncologici della Capitale», spiega Paolo Viti, presidente della Fiagop.
In Italia, ogni anno ricevono una diagnosi di malattia oncologica circa 1.500 bambini e 900 adolescenti, «dato in crescita dell’1-2% ogni anno. Grazie ai progressi scientifici circa l’80% di loro guarisce – prosegue Viti – e si stima che oggi in Italia ci siano quasi 50mila persone che hanno avuto un tumore da bambini o da adolescenti. Nei bambini fino a 6 anni la prima causa di mortalità è il tumore, è sconcertante». La Fiagop è formata da 32 associazioni: «Alcune sono nate per sostenere la ricerca scientifica – continua Viti – e altre per aiutare le famiglie dei bambini ricoverati». Le associazioni appartenenti alla Fiagop, nel corso della settimana, daranno vita anche all’iniziativa “Diamo radici alla speranza, piantiamo melograni”: metteranno a dimora piante di melograno negli ospedali, nelle case di accoglienza e nei parchi. Per il 15 febbraio poi abbiamo organizzato, nella Sala capitolare del Senato, il convegno “Un impegno per l’Oncoematologia pediatrica. Diritti ed esigenze dei pazienti durante e dopo le cure”, per presentarci alle istituzioni e far sentire la nostra voce».
Come ad esempio la voce di una mamma che ha perso il figlio cinque anni fa ma non si stanca di sostenere la ricerca. «Un giorno, quando Flavio aveva 14 anni – racconta Nunzia De Rosa, 51 anni – mi disse che non ci vedeva più. Da quel momento è cambiato tutto. Flavio era studioso, un grande ballerino e mi dava molte soddisfazioni. Alla fine del 2015, dopo alcuni esami, gli diagnosticarono una leucemia linfoblastica al sistema nervoso centrale – continua De Rosa -. Mio figlio morì dopo un anno e mezzo nel reparto di Oncoematologia pediatrica del Bambino Gesù».
«Bisogna apprezzare un po’ tutto e non pretendere troppo», è la frase di Flavio che accoglie i visitatori del sito dell’associazione “Le ali di Flavio OdV”, creata da Nunzia e da sua sorella. «Non sono mai stata arrabbiata per la malattia di mio figlio, grazie ai suoi desideri ho trasformato il dolore in amore e speranza. Dopo 4 anni dalla morte di Flavio – sottolinea la mamma – è stata scoperta la terapia che lo avrebbe fatto guarire. Noi sosteniamo la ricerca, siamo felici che oggi ci siano nuove cure. Inoltre, aiutiamo le famiglie dei piccoli ricoverati che spesso sono costrette, a causa delle malattie dei propri figli, a sostenere spese molto alte e a lasciare il lavoro.
«In alcuni momenti non trovavo risposte ai perché, ma le tante manifestazioni di amore e la fede mi hanno dato forza e speranza». Storia di rinascita quella di Giacomo Perini, 26 anni, atleta romano paralimpico: dopo la diagnosi di un osteosarcoma al femore a 18 anni, ha dovuto subire l’amputazione della gamba. «Avere sempre fatto sport a livello agonistico mi ha aiutato ad affrontare in modo resiliente il percorso oncologico, sono passato dall’equitazione al canottaggio paralimpico, con grandi soddisfazioni – racconta -. Ho dato vita a tanti progetti: un libro, uno spettacolo teatrale, un documentario. Se, raccontando la mia storia, qualcuno può trovare lo spunto per affrontare in modo diverso la propria malattia, è una grande vittoria per me. Lancio un appello: le donazioni, sia economiche sia di sangue, sono fondamentali per effettuare le operazioni ai malati e fare in modo che la ricerca vada avanti». Perini è stato nominato Cavaliere della Repubblica «per la sua straordinaria testimonianza della forza e delle difficoltà proprie dei pazienti oncologici», e lo considera «uno stimolo per continuare nella mia strada». (Ilaria Dioguardi)
13 febbraio 2023