Giovanni Paolo II, testimone della luce e della speranza del Vangelo

A 10 anni dalla canonizzazione del Papa polacco – insieme a un altro Papa, Giovanni XXIII -, il 27 aprile 2014, la Messa nella basilica di San Pietro, presieduta dal cardinale Re. Comastri: «Uomo coraggioso, deciso e coerente nell’epoca delle grandi paure»

Dalle prime parole pronunciate dopo l’elezione, il 16 ottobre 1978 – «Sia lodato Gesù Cristo» -, all’ultimo saluto in una piazza San Pietro sferzata dal vento l’8 aprile 2015. Nel mezzo, un pontificato lungo oltre 26 anni, quello di san Giovanni Paolo II, dettagliatamente ripercorso dal cardinale Angelo Comastri, vicario generale emerito di Sua Santità per la Città del Vaticano, al quale è stata affidata l’omelia della Messa celebrata sabato 27 aprile nella basilica di San Pietro, a dieci anni dalla canonizzazione di Papa Wojtyla e Papa Giovanni XXIII, avvenuta il 27 aprile 2014. La liturgia è stata presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del collegio cardinalizio, e concelebrata da decine di cardinali, tra i quali Camillo Ruini, Konrad Krajewski, Gualtiero Bassetti, Tarcisio Bertone, Stanislaw Dziwisz, storico segretario di Wojtyla. Presente anche il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin e, ai primi banchi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

Il cardinale Angelo Comastri

Comastri ha ricordato «l’uomo coraggioso, deciso e coerente nell’epoca delle grandi paure, dei compromessi e della indecisione programmatica», soffermandosi sull’impegno del Papa polacco per la pace, con «accorati appelli anche quando non venivano ascoltati», il sostegno alla famiglia, la lotta per la dignità umana, il dialogo sempre cercato con i giovani e l’amore profondo per la Vergine Maria. La prima immagine offerta dal porporato è stata quella del funerale di Giovanni Paolo II e dell’Evangeliario posto sulla bara che improvvisamente si aprì sfogliato dal vento. «Tutti in quel momento ci chiedevamo: “Chi era Giovanni Paolo II? Perché l’abbiamo così tanto amato?” – le parole di Comastri -. La mano invisibile che sfogliava l’Evangeliario sembrava dirci: “La risposta è nel Vangelo”».

Per il porporato, la gente aveva riconosciuto in lui la luce e la speranza del Vangelo. A dieci anni dalla canonizzazione presieduta da Papa Francesco e concelebrata dal Papa emerito Benedetto XVI, Comastri ha dato risalto al coraggio di Giovanni Paolo II «nel difendere la pace mentre soffiavano venti di guerra. Talvolta sembrava un profeta che parlava nel deserto dell’indifferenza, eppure non si è lasciato scoraggiare ma ha continuato a dire ciò che lo Spirito di Gesù gli suggeriva nel santuario della coscienza. E Papa Francesco – ha osservato – oggi continua questo accorato e inascoltato appello alla pace».

Con lungimiranza e visione profetica, Papa Wojtyla difese «la famiglia in un’epoca in cui si è persa la consapevolezza dell’ineliminabile dualità sposo-sposa e padre-madre». ha proseguito il cardinale citando a proposito le parole di Giovanni Paolo II: «Lo sfacelo della società ha inizio con lo sfacelo della famiglia». La difesa della vita umana, «bianca o gialla o nera; sana o ammalata; ricca o povera; dal concepimento alla morte». E come non ricordare il legame stretto con i giovani, per i quali aveva istituito le Giornate mondiali della gioventù. «All’inizio del suo pontificato – ha ricordato Comastri – sembrava che la Chiesa non riuscisse più a intercettare il linguaggio dei giovani e non avesse più credibilità presso le nuove generazioni. Giovanni Paolo II non ha accettato la fuga o la politica dello struzzo. Il Papa ha cercato i giovani e i giovani l’hanno sentito amico».

Il cardinale Stanislaw Dziwisz

L’esempio e gli insegnamenti di Wojtyla «hanno rafforzato la fede e hanno parlato al cuore di ogni persona – ha detto il cardinale Re all’inizio della celebrazione -. Ha risvegliato nella società il senso religioso». Il cardinale Stanislaw Dziwisz, per quasi 40 anni segretario particolare di Wojtyla, ha ricordato con affetto Benedetto XVI che «ha aperto la strada per la beatificazione» e ringraziato Papa Francesco che «ha confermato la santità di Giovanni Paolo II», che con la sua intercessione «continua a portare frutti di fede, speranza e amore».

29 aprile 2024