Guerra in Ucraina: il “Cessate il fuoco” dei Giovani di Sant’Egidio

Al Teatro Brancaccio la conferenza con lo storico Adriano Roccucci (Roma Tre) e il collegamento da Leopoli di Zhenia Tokovenk, membro della Comunità in Ucraina. Il flash mob “Rome4peace”

Urlando lo slogan “No alla guerra sì alla pace” e sventolando fazzoletti bianchi, gli studenti di trenta istituti superiori di Roma hanno lasciato il Teatro Brancaccio direzione piazza Vittorio Emanuele dove questa mattina, 8 aprile, si è svolta la manifestazione contro la guerra “Rome4peace”, promossa dai Giovani per la pace della Comunità di Sant’Egidio. L’evento è stato anticipato dalla conferenza “Cessate il fuoco” svoltasi nel teatro di via Merulana durante la quale Adriano Roccucci, ordinario di Storia contemporanea all’Università Roma Tre e membro della Comunità di Sant’Egidio, ha descritto a lungo luoghi a lui cari dell’Ucraina, «terra complessa sempre stata di frontiera», che oggi, a un mese e mezzo dall’inizio dell’invasione russa, sono «sfigurati e violentati da una guerra scellerata e terribile», che come ogni altra guerra «disumanizza, brutalizza, lascia un’impronta profonda del disprezzo verso la persona e verso gli inermi che si trasmette nel tempo».

Roccucci negli ultimi 30 anni è stato svariate volte a Kiev, città dove da secoli «convivono tante culture e tante confessioni». L’ultima volta proprio a febbraio ed è rientrato in Italia solo quattro giorni prima dell’inizio dei bombardamenti. «Per tanti – ha detto – la guerra risolve i problemi. Il concetto si semplifica terribilmente pensando a chi vince e chi perde, a chi è buono e a chi è cattivo. Ma questo vuol dire ridurre la realtà in bianco e nero e non riconoscere le sfumature di grigio. Ma la guerra non risolve tutto, anzi, radicalizza le posizioni. La storia – ha aggiunto – può trasmettere la passione di comprendere il punto di vista dell’altro, fondamentale per superare i fossati dell’odio, aprire varchi nei muri che dividono i popoli e le persone e percorrere sempre e comunque le strade che cercano la pace».

In collegamento da Leopoli, Zhenia Tokovenk, membro della Comunità di Sant’Egidio in Ucraina, si è chiesta come sia possibile «una guerra tra Paesi dove insistono legami familiari». Originaria di Kiev, è fuggita con il marito subito dopo i primi bombardamenti. «Per giorni ho dormito vestita – ha detto -. Mi terrorizzava l’idea di non riuscire a prepararmi in tempo per fuggire in caso di necessità». Zhenia è in costante contatto «con i membri della Comunità di Sant’Egidio di Mosca – ha spiegato -, dove c’è una Scuola della Pace. Queste relazioni salvano dalla generalizzazione che tutti i russi sono malvagi. Ci sosteniamo a vicenda in questi momenti bui. Non vogliamo soccombere all’odio ma vogliamo scegliere la via della pace, costruirla e mantenerla dove possiamo».

8 aprile 2022