Guerra in Ucraina: missili russi su Zaporizhzhia

Scoppiati diversi incendi. In «decine sotto le macerie», scrive su Telegram il sindaco in esilio di Melitopol, Fedorov. Il presidente ucraino Zelensky: «La Russia ha già perso»

Sette attacchi missilistici hanno colpito, nella notte tra 5 e 6 ottobre, edifici residenziali a Zaporizhzhia, nell’Ucraina sud-orientale. I colpi esplosi dall’esercito russo hanno causato diversi incendi, riferisce il capo dell’amministrazione militare regionale Oleksandr Starukh, citato da Ukrainska Pravda. «Decine di persone sono sotto le macerie», scrive su Telegram il sindaco in esilio di Melitopol Ivan Fedorov, rilanciato dai media internazionali. E «il numero delle vittime aumenta ogni ora – aggiunge -. È così che il terrorista russo colpisce i civili con le sue armi ad alta precisione. Colpisce i civili e le infrastrutture, dimostra al mondo intero la sua inutilità sul campo di battaglia». Il bilancio provvisorio fornito dai soccorritori parla di due vittime, entrambe donne, e sei civili feriti, tra cui una bambina di tre anni.

Colpita nella notte anche un’infrastruttura nel distretto Osnovyanskyi di Kharkiv, nella zona nord-est. Ne dà notizia sul Kyiv Independent il sindaco  Ihor Terekhov, aggiungendo che sul luogo è scoppiato un incendio. Al momento, sottolinea, non si hanno notizie di feriti o vittime.

Sul versante opposto, le unità di difesa aerea ucraine hanno abbattuto sei droni kamikaze russi (su un totale di 12) che avevano attaccato nella notte le regioni di Odessa e Mykolaiv, informa il Comando operativo meridionale di Kiev, secondo quanto riporta Ukrinform. «Il nemico ha intensificato la ricognizione aerea», sottolineano.

Notizie, queste, che non minano la sicurezza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo cui non importa quali armi la Russia possa trovare perché «ha già perso», ha affermato nel suo discorso di ieri sera, 5 ottobre. «Gli ucraini sanno per cosa stanno combattendo – ha aggiunto -. Ora sempre più cittadini russi si rendono conto che devono morire solo perché una persona non vuole fermare la guerra».

6 ottobre 2022