I minori stranieri non accompagnati si raccontano attraverso la fotografia

Al Museo delle Mura si inaugura la mostra “Io so(g)no”, nata da un progetto dell’Unhcr in collaborazione con l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. Protagonisti: 15 ragazzi tra i 14 e i 17 anni. La chiusura il 6 gennaio

Hanno tra i 14 e i 17 anni. Provengono da Egitto, Albania, Eritrea, Gambia, Filippine, Somalia, Ghana e Nigeria. 13 maschi e 2 femmine, accolti nelle strutture d’accoglienza “Il Tetto Casal Fattoria” e “La Città dei ragazzi”. Sono i protagonisti della mostra fotografica “Io so(g)no”, che si inaugura oggi, 6 dicembre, alle 17 al Museo delle Mura. “Sguardi dei minori stranieri non accompagnati sulla loro realtà e i loro sogni”, recita il sottotitolo dell’esposizione – promossa da Roma Capitale, assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura -, che resterà visitabile fino al 6 gennaio. Storie e sogni, dunque, raccontati attraverso il linguaggio della fotografia e articolati in quattro grandi temi: Roma. La città che ci ha protetto; Chi siamo; Ritratti (cosa vedo – cosa sogno); Esercizi con la luce.

L’esposizione, nata da un progetto dell’Unhcr – l’agenzia Onu per i rifugiati – in collaborazione con l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia),  è frutto di un’attività di formazione sul linguaggio fotografico e di ascolto istituzionale, oggetto di una collaborazione tra Unhcr e Agia iniziata già nell’ottobre 2017. In concreto, è il risultato di un percorso formativo sul linguaggio fotografico che si è articolato in 6 giornate di formazione basate sulla tecnica del “learning by doing”, cioè “imparare attraverso il fare”.

«Ogni fotografia racconta una storia individuale – dichiara l’Autorità garante Filomena Albano – ma è anche la sintesi di un percorso collettivo. Di fronte a questi scatti abbiamo il privilegio di guardare la realtà attraverso gli occhi di ragazzi. Giovani che hanno vissuto l’esperienza, di certo complessa, della migrazione». I ragazzi, prosegue, «hanno appreso tutti la tecnica fotografica, un linguaggio per molti di loro inedito. Nel contempo hanno realizzato un percorso di riflessione sul proprio modo di vedere la realtà, tentando di far emergere i sogni e i desideri che accompagnano il loro percorso di integrazione, spesso costellato da incognite e difficoltà». Il risultato: «Foto a occhi aperti per raccontare cosa vedono e a occhi chiusi per condividere un progetto, un’ambizione o una paura». Il lavoro realizzato, conclude Albano, «ricorda la fondamentale importanza di assicurare a ogni persona di minore età il diritto alla partecipazione e dunque l’opportunità di esprimere i propri bisogni e anche i sogni. Ascoltare significa contribuire a garantire il necessario passaggio di bambini e ragazzi da “oggetto” a “soggetto” di diritti».

In particolare, gli fa eco Felipe Camargo, delegato Unhcr per il Sud Europa, «nell’identificazione dei bisogni e delle necessità di protezione dei minori stranieri giunti in Italia, uno spazio importante deve essere riconosciuto al diritto del minore a essere ascoltato e a esprimere la propria opinione sulle questioni che lo riguardano». Negli ultimi tre anni, ricordano dall’agenzia Onu, sono arrivati in Italia via mare oltre 30mila minori non accompagnati o separati dalle loro famiglie. «Con gli arrivi, sono aumentate anche le sfide per garantire loro protezione adeguata, alla luce dei bisogni e delle vulnerabilità specifiche che li contraddistinguono, con particolare riguardo all’accoglienza in strutture idonee e all’accompagnamento nel percorso verso la maggiore età e l’autonomia».

6 dicembre 2018