I ragazzi di “Mondo Migliore” sulla papamobile

Prima dell’udienza generale, nel suo passaggio tra i fedeli in piazza Francesco ha accolto 8 bambini ospitati nel Centro di Rocca di Papa con le famiglie

Mohannad, 15 anni, arrivato alcuni mesi fa su un barcone dalla Siria; Samson, 8 anni, dalla Nigeria; Rayan, 9 anni, proveniente dall’Iran. E ancora, i fratellini Abdul e Rania, in Italia solo da qualche giorno, arrivati con un corridoio umanitario dalla Libia. C’erano anche loro ieri, 15 maggio, tra gli otto bambini che hanno avuto la fortuna di salire sulla papamobile, nel passaggio di Francesco tra i fedeli prima dell’udienza generale. Sono i piccoli ospitati con le loro famiglie nel Centro “Mondo Migliore”, a Rocca di Papa, seguiti dalla cooperativa Auxilium. Alcuni sono arrivati sui barconi, altri invece hanno potuto raggiungere il nostro Paese in tutta sicurezza, direttamente dalla Libia, grazie al corridoio umanitario aperto il 29 aprile scorso: il terzo organizzato negli ultimi mesi dal Viminale insieme all’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati.

Già iscritto a una scuola di Rocca di Papa, Mohannad racconta in italiano di aver potuto anche parlare con Papa Francesco. «Gli ho detto: Ti aspettiamo al Centro Mondo Migliore per un gelato – riferisce – e lui ha risposto: ok».  «È stata una cosa bellissima», gli fa eco il fondatore di Auxilium Angelo Chiorazzo, raccontando l’entusiasmo dei ragazzi che hanno potuto incontrare Francesco. «Quando abbiamo accolto a Mondo Migliore le persone arrivate con l’ultimo corridoio umanitario – riferisce – abbiamo avvisato il Papa e lui ci ha fatto sapere che li avrebbe incontrati. Ci siamo così messi d’accordo per oggi e quindi sono venuti. Otto di questi bambini li ha portati sulla jeep con lui e alla fine hanno fatto insieme la foto». I ragazzi hanno regalato al Papa un grande cuore rosso con tutte le loro firme e la scritta: “Grazie Papa Francesco, i ragazzi di Mondo Migliore”.

La preghiera per il Papa è una costante a Mondo Migliore, spiega Chiorazzo:  ogni sera, «sia cristiani sia musulmani, nell’ultima preghiera della giornata. Per tutti loro, è un aiuto immenso. In questo momento della loro vita, è l’uomo che dà speranza. È quello che ci dicono sempre ed è per questo che sono così legati a lui. Lo sentono vicinissimo. Per me è una gioia immensa vedere questi ragazzi oggi così felici – prosegue il fondatore di Auxilium -. Se penso che solo 12 giorni fa erano in un lager libico e ieri erano con il Papa sulla jeep. Sono bambini come i nostri figli e hanno diritto a vivere una vita serena e felice ed avere le opportunità che devono avere tutti». L’obiettivo principale, nelle parole di Chiroazzo, è che «un giorno pacificata la Siria, pacificati i Paesi da cui loro vengono, questi bambini possano tornare. Qui in Italia stiamo cercando di dare a loro la possibilità di studiare e formarsi per essere la classe dirigente del loro Paese. È questo il nostro augurio, è questa la nostra speranza e dobbiamo lavorare per questo: formare dei giovani perché domani possano prendere in mano le redini del loro Paese».

16 maggio 2019