I volontari: il volto bello della pandemia

Dedicata a loro la 35ª Giornata mondiale che si celebra il 5 dicembre. Le voci di Caritas diocesana, Protezione civile, Forum del terzo settore e Csv Lazio

Sono il volto bello della pandemia. Ingranaggi di una macchina ben oliata che da marzo ha subito numerose revisioni per arrivare ovunque, mettendosi al passo con le necessità originate dall’emergenza sanitaria. In prima linea per consegnare generi alimentari e farmaci agli anziani e dispositivi di protezione alle strutture ospedaliere. Sotto lo slogan “Together we can through volunteering – Insieme possiamo farlo con il volontariato” domani, 5 dicembre, si celebra la 35ª Giornata mondiale del volontariato: un esercito di uomini e donne la cui missione è prendersi cura del prossimo. Un esercito che ha dovuto allargare le proprie fila per far posto a tanti giovani desiderosi di aiutare.

Il Covid-19 ha radicalmente trasformato anche il terzo settore perché se da un lato tante persone «si sono affacciate al mondo del volontariato per la prima volta», dall’altro «è stato necessario salvaguardare volontari e ospiti dei centri di assistenza per ridurre al minimo i rischi», spiega Gianni Pizzuti, responsabile dell’area Volontariato della Caritas di Roma. Le nuove leve «hanno permesso una sorta di staffetta tra i volontari più anziani, che sono stati preservati, e i più giovani», la maggioranza dei quali sono stati coinvolto nei servizi strettamente legati all’emergenza come le consegne dei pacchi viveri a domicilio e le raccolte alimentari. «Rispetto al passato, il servizio si è trasformato – prosegue Pizzuti -. L’animazione e le relazioni strette sono dovute necessariamente passare in secondo piano». L’organizzazione ha subito decine di modifiche in corsa per «fare i conti con le criticità che si creavano di volta in volta».

Anche la Protezione civile si è dovuta «cimentare con un nemico invisibile e sconosciuto». Carmelo Tulumello, direttore dell’agenzia regionale, rimarca che i volontari si sono dovuti «reinventare» e il dipartimento «si è rivelato una componente fondamentale e imprescindibile affinché tutte le strategie dal punto di vista sanitario potessero essere realizzate ed efficaci». I volontari della protezione civile, figure «professionali e professionalizzate», hanno tra i 18 e i 70 anni e in questi mesi hanno supportato «in modo vitale» la sanità, distribuendo nel Lazio 40 milioni di dispositivi di protezione alle aziende ospedaliere e ai Covid center, modulistica e bottigliette d’acqua alle persone in fila nei drive-in e montando oltre 140 tende per il pre-triage. «I pensionati sono stati una risorsa preziosa perché hanno portato il loro bagaglio di esperienza professionale – aggiunge Tulumello -. Basti pensare all’immane lavoro fatto nel magazzino di via del Bel Poggio dove giornalmente vengono stoccati migliaia di dpi. Alcuni volontari sono lì giorno e notte». La consegna di viveri a domicilio ha inoltre permesso la «sopravvivenza sociale dei piccoli borghi, dove gli unici negozi di alimentari erano chiusi».

Anche il Forum del terzo settore Lazio ha potuto contare sulla disponibilità di numerosi cittadini non inseriti nei circuiti di volontariato. La portavoce Francesca Danese si sofferma sulla collaborazione creatasi tra «300 strutture che hanno incessantemente operato per garantire la prosecuzione dei servizi e la consegna di 7mila pacchi viveri in un solo mese, 900mila mascherine alle categorie più vulnerabili e card prepagate per permettere alle famiglie di fare la spesa in autonomia». Danese sottolinea inoltre che il compito del volontariato è «anche quello di sollecitare le istituzioni a collaborare. In quest’ottica la Regione Lazio, su richiesta del Forum, ha istituito una “cabina di regia” che ha portato alla sigla di un protocollo d’intesa per servizi educativi, sociali e socio-sanitari, per la nascita di un welfare di comunità e il sostegno di iniziative nel settore delle politiche sociali di rilevanza regionale». Gli accordi tra Forum e Fondazione Roma Cares – As Roma hanno inoltre permesso la distribuzione di 55 tablet per la didattica a distanza a bambini appartenenti a nuclei fragili e l’accesso gratuito ai centri estivi.

Il Centro di servizio per il volontariato del Lazio (Csv) per rispondere «all’onda di solidarietà spontanea» ha attivato suggerimenti pratici sul sito internet. La presidente Paola Capoleva rivela che molti «dei nuovi volontari sono persone che hanno perso il posto di lavoro e hanno cercato di dare dignità e senso a questa fase economica mettendosi a servizio del prossimo». Al tempo della pandemia il volontariato è «un caleidoscopio che cambia continuamente colore» e il Csv «oltre ad affrontare le criticità specifiche ha svolto funzione di supporto ai volontari disorientati dalla situazione, ascoltando le difficoltà delle associazioni che si sono riorganizzate con attività in remoto. Di fatto una fetta di volontariato si è  spostata sul digitale».

La pandemia ha cambiato anche il modo di gestire le emergenze. Numeri alla mano, Livio De Angelis, direttore del Numero unico di emergenza (Nue) 112, spiega che prima del Covid-19 gli operatori rispondevano a circa 8mila chiamate al giorno, schizzate a 23mila nei mesi di lockdown. «Telefonate che riguardavano ogni tipo di emergenza, dalla spiegazione dei dpcm ai problemi di salute». Nella “Casa della sicurezza” della Regione Lazio in via Laurentina, 170 operatori hanno dovuto escogitare anche un nuovo modo per comprendere le vittime di violenza domestica. «I casi sono aumentati e durante il lockdown era difficile per una donna denunciare il marito che era nella stanza accanto – spiega -. Gli operatori hanno quindi rivolto domande specifiche alle quali le vittime potevano rispondere in modo non esplicito ma che facevano capire la gravità della situazione».

4 dicembre 2020