Il cardinale Vallini: «A Roma servono testimoni di amore»
Il porporato ha presieduto la Messa della Natività di San Giovanni. In piazza, poi, il Festival della solidarietà: «Il bene che fa bene»
Il porporato ha presieduto la Messa della Natività di San Giovanni. In piazza, poi, il Festival della solidarietà: «Il bene che fa bene»
«Voce importante nella storia della salvezza, Giovanni è colui che mostra in che modo essere cristiani». Il cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini celebra nella Basilica lateranense la Messa, il 24 giugno, in occasione della Natività del Battista. Rivolgendosi ai fedeli, il porporato ricorda «a cosa è stato chiamato questo uomo di Dio» affinché, attraverso il suo percorso, «ciascuno ripensi al modo in cui risponde alla chiamata del Signore» e, non è un caso che i sacerdoti – circa una ventina – in questa stessa giornata confermino dinanzi all’altare la propria vocazione, festeggiando chi i 25 e chi i 50 o 60 anni di sacerdozio.
Vallini mette però in guardia: «La vocazione è la chiamata alla santità di tutti, non solo dei preti». Con il sacramento del battesimo, infatti, «ogni cristiano, per dirsi tale, deve vivere nel quotidiano i doni ricevuti, e ambire a ideali alti. Io lo ripeto spesso – è la denuncia di Vallini -: a Roma i cristiani sono troppo zitti. Invece dovrebbero essere capaci di dire una parola coraggiosa, di verità. Senza offendere nessuno, farsi testimoni del bene». L’invito del cardinale è chiaro: «Giovanni ha “preparato” la via a Gesù con la sua testimonianza, talmente attraente da avere avuto ampio seguito in chi accorreva ad ascoltarlo. Allo stesso modo pensando a Roma in questo periodo di miserie e turbolenze, ma anche all’Italia o alla stessa Europa, dico che servono, anzi urgono, testimoni di solidarietà, di giustizia, di amore».
L’auspicio «è che arrivino anche altri ma, oggi, a Roma siamo noi quelli che vivono accanto a chi soffre». È la radice stessa del cristianesimo: «L’essere cristiano non è una esperienza privata ma comunitaria». E ciò che nel frattempo sta preparandosi sulla piazza dinanzi alla Basilica è un tentativo di «mostrare proprio il bello e il buono di questa città, che non è solo “Mafia capitale”», raccontano gli organizzatori del Festival della solidarietà. Tante associazioni, cattoliche e no, unite dall’essere attive nel campo del volontariato, della carità e dell’assistenza ai più bisognosi si sono date appuntamento per questa particolare kermesse sul “bene che fa bene”.
L’idea – lanciata dalla onlus “Lumen Gentium” e patrocinata dalla Diocesi – è di dare spazio e voce a chi, di solito, non ne ha e di condividere con la cittadinanza sei giorni (dal 24 al 29 giugno) di appuntamenti all’aperto, tra dibattiti, musica e momenti di riflessione a cui sono stati invitati a prendere la parola anche i rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali. Non mancano le testimonianze di vita, come quella di Brunetta ed Angelo Scarpa detto “Barche”, dal nome d’arte che si è dato nel firmare dipinti che ritraggono la laguna di Venezia solcata da imbarcazioni. In un paesino a due passi dalla città del doge, Angelo ha «dato scandalo» quando 38 anni fa ha deciso di mollare il lavoro di infermiere per sposare e prendersi cura per il resto della sua vita di una splendida ragazza sulla sedia a rotelle, malata e pronta a farla finita con questo mondo.
Una storia commovente in cui i protagonisti vedono un «disegno» che non era il loro. Brunetta sorride e i suoi limpidi occhi azzurri sembrano fare altrettanto: «Dio ci ha voluto bene prima che nascessimo». Intorno prende intanto vita la serata: ci si mette in coda per la “lumacata di San Giovanni”, piatto tipico della tradizione romana riservato a questo particolare giorno dell’anno, o per un boccale di birra artigianale prodotta dai detenuti di Rebibbia. E poi, comodi, a godersi lo spettacolo teatrale sulla “Maratona dei santi”: «Perché prendersi cura degli altri – spiega Giuliano, consigliere del Mofra (movimento francescano) –, vuol dire non soltanto “dare cose” ma “fare casa”, mettersi accanto e percorrere insieme la strada».
25 giugno 2015