«Il Libano non sia la nuova Gaza»: appello della Rete Pace e disarmo
La richiesta alle istituzioni italiane ed europee di compiere «passi concreti che impediscano l’inizio di una carneficina simile a quella in corso nella Striscia»
«Il Libano sta diventando la nuova Gaza, l’ennesimo passo verso l’allargamento della guerra a tutto il Medio Oriente. Le istituzioni italiane ed europee si assumano la responsabilità di passi concreti che impediscano l’inizio di una situazione di violenza e carneficina simile a quella in corso a Gaza»: è l’appello di Rete Pace e disarmo, nei giorni in cui «le azioni di guerra in corso in Libano rischiano di diventare un nuovo, sanguinoso passo di escalation verso una guerra aperta e totale in Medio Oriente».
Grande è la preoccupazione di fronte alla nuova crisi che si è aggravata, «dopo i tremendi attentati dei cercapersone e dei walkie-talkie dei giorni scorsi. Anche la data scelta per lanciare la nuova offensiva su un Paese sovrano – il giorno di apertura a New York dell’Assemblea generale dell’Onu – è indicativa non solo del disprezzo per le sofferenze verso la popolazione civile, ma anche di ogni norma del diritto internazionale», riflette la Rete, sottolineando le responsabilità di Usa e Ue, che «non hanno voluto adottare sanzioni efficaci verso Israele e attenersi agli obblighi previsti dalle prescrizioni della Corte internazionale di giustizia in merito alla potenziale violazione di diversi articoli della Convenzione contro il genocidio».
Al contrario, ricorda Rete Pace e disarmo, «proseguire il rifornimento di armamenti verso Israele – nonostante 41mila morti e il lancio sulla popolazione di Gaza di oltre 80mila tonnellate di bombe – rappresenta una vera e propria luce verde per la costruzione, “dal Giordano al mare”, della Grande Israele in cui i palestinesi sono cancellati e i loro territori confiscati e annessi. Ciò che sta avvenendo è la negazione nei fatti (e nelle risoluzioni del Parlamento israeliano) della politica di due popoli, due Stati», continua la Rete.
Per quanto riguarda in particolare il Libano, il Paese «attraversa da tempo una situazione complicata. Qui hanno trovato rifugio oltre 1 milione di profughi siriani e dal 1948 circa 500mila rifugiati palestinesi cacciati dalle proprie case. La situazione economica è al collasso e il delicato mosaico etnico e plurireligioso rischia di saltare. Di tutto ha bisogno il Libano fuorché di nuove guerre e nuovi orrori. Il fatto che Israele e Iran considerino il Libano alla stregua di un loro campo di battaglia deve finire».
Di qui l’appello, rilanciato con forza da Rete Pace e disarmo: «Nell’esprimere piena solidarietà nei confronti della popolazione civile colpita, chiediamo al governo italiano e a quelli dell’Unione Europea di farsi promotori di una riunione urgente del consiglio di sicurezza dell’Onu per deliberare la richiesta di immediato cessate il fuoco, il rientro in sicurezza della popolazione sfollata nelle loro case, un chiaro mandato alla missione Unifil per la protezione dei civili, la demilitarizzazione delle aree di confine e la garanzia a entrambe le parti della fine della guerra».
Dopo il cessate il fuoco, dovrà essere convocata una «Conferenza sulla pace in Medio Oriente, da tenersi sotto l’egida dell’Onu – propone la Rete – con l’obiettivo di ripristinare il diritto internazionale e dare risposta finalmente al diritto di autodeterminazione del popolo palestinese. Pretendiamo che siano adottate nei confronti di tutti i belligeranti sanzioni efficaci e un embargo ermetico e immediato sugli armamenti».
Infine, l’invito al «popolo della pace a mobilitarsi in queste ore in ogni città, affinché si levi forte la voce di chi chiede il cessate il fuoco, la fine dei massacri, il soccorso e il sostegno alle popolazioni colpite. La Rete italiana Pace e disarmo chiama il mondo dell’associazionismo, del sindacato, della cultura, le amministrazioni locali, le scuole, le università e le reti di società civile a far sentire la propria voce, invitando tutti e tutte a un percorso di mobilitazione comune e condiviso il più esteso possibile».
25 settembre 2024