Il saluto di Roma ad Andrea Camilleri
Il "papà" del commissario Montalbano riposa nel Cimitero acattolico di Testaccio. L'omaggio di lettori, amici e autorità. Luca Zingaretti sul libro dei ricordi: «Ciao Andrea, ci mancherai». Simona Marchini: «Era un padre e i padri non muoiono mai»
In centinaia hanno sfidato il caldo pomeridiano per rendere omaggio al maestro Andrea Camilleri, morto a Roma mercoledì 17 luglio. Da ieri, 18 luglio, il “papà” del commissario Salvo Montalbano riposa nel Cimitero acattolico di Testaccio, ai piedi dell’Angelo della Resurrezione scolpito dall’americano Franklin Simmons, sepolto a qualche metro di distanza, all’ombra di cipressi e pini secolari. Decine di fiori, biglietti, messaggi sono stati lasciati sulla tomba dello scrittore siciliano tumulato ieri mattina durante una cerimonia riservata alla sola presenza della moglie Rosetta, delle tre figlie Andreina, Elisabetta e Mariolina, delle nipoti e dei familiari più stretti.
Tra i viali dell’elegante “cimitero degli inglesi” – dove riposano tra gli altri Antonio Gramsci, Carlo Emilio Gadda, Miriam Mafai, Arnoldo Foa, per citarne alcuni – hanno sfilato volti noti del mondo dello spettacolo e della politica ma soprattutto centinaia di cittadini che hanno voluto salutare «il grande maestro che ha dato lustro all’Italia», come afferma Maria, romana da generazioni, da sempre «innamorata della penna» di Camilleri. «Ho letto tutti i suoi libri – dichiara – e mi sono sempre meravigliata di come riuscisse ad essere così originale». Camilleri amava particolarmente il piccolo cimitero alle spalle della Piramide Cestia e lo visitava spesso, come ha ricordato la direttrice Amanda Thursfield. Passeggiava tra i viali del cimitero settecentesco, uno dei più antichi d’Europa ancora in uso, gli stessi viali che furono attraversati anche da Pier Paolo Pasolini che proprio sulla tomba di Gramsci trovò l’ispirazione per “Le ceneri di Gramsci”.
Camilleri, soprannominato Nenè dai suoi concittadini di Porto Empedocle, città che gli diede i natali nel 1925, ha regalato ore di piacevole lettura anche ad Alessio, 34 anni, che si è messo in fila alle 14.30, mezz’ora prima dell’apertura dei cancelli. «Ci tenevo ad essere qui oggi – afferma -. L’ho conosciuto quasi per caso qualche anno fa. Avevo sentito parlare della fiction “Il commissario Montalbano” ma non l’avevo mai vista. Una sera ero a casa e la trasmettevano in tv. Il giorno dopo sono andato a comprare il mio primo libro di Camilleri, “La danza del gabbiano”. La sua narrativa mi affascina, mi mancherà». Luca Zingaretti, da vent’anni il volto del commissario più famoso d’Italia, non è voluto mancare. Impegnato a Scicli per le riprese della nuova stagione della serie, è arrivato a Roma nel tardo pomeriggio. Nessuna dichiarazione da parte dell’attore ma un sintetico quanto sentito messaggio sul libro dei ricordi: «Ciao Andrea, ci mancherai».
In tanti hanno semplicemente scritto “Grazie!”, perché «parlava al cuore della gente», dice Federica, 30 anni. «Una sua citazione, ripetuta anche questi giorni, mi è sempre rimasta impressa – aggiunge Valeria -: “Non bisogna mai avere paura dell’altro perché tu rispetto all’altro sei l’altro”, diceva il maestro. Aveva ragione». Al suo arrivo il sindaco di Roma Virginia Raggi non ha escluso che ad Andrea Camilleri venga riconosciuta la cittadinanza onoraria. «Credo che potrebbe essere una grande idea – ha detto entrando al cimitero -. Roma e l’Italia intera hanno amato il maestro Camilleri. Ha avuto il merito di descrivere nei suoi romanzi quello che è un po’ l’italianità». Ammettendo di aver avuto «una passione infinita» per lo scrittore siciliano, il sindaco ha voluto ringraziare anche la famiglia per la scelta di lasciarlo a Roma. «Credo che il fatto di voler rimanere qui sia un grande atto di amore nei confronti della città – ha concluso -. E noi speriamo che tutti possano passare da qui per fargli un saluto». Anche il vice sindaco Luca Bergamo negli anni è stato conquistato dagli scritti di Camilleri. «I miei ricordi a lui sono tutti legati alle sue pagine», ha detto prima di rendere omaggio allo scrittore.
L’attore tarantino Michele Riondino, nel 2012 protagonista del prequel “Il giovane Montalbano”, come tanti «fatica a lasciare andare Andrea» del quale ricorda in modo particolare il suo essere «sempre disponibile e accessibile, un vero amico che potevi chiamare per andare al cinema o al teatro». Lo scrittore, rimarca Riondino, si rifletteva nelle sue opere che «hanno reso il Sud colto e genuino. Il nostro compito è quello di continuare a tenere vivo il suo valore umano».
Per Simona Marchini lo scrittore «era un padre e i padri non muoiono mai. Era un uomo dai grandi valori che oggi andrebbero riscoperti perché dimenticati, un uomo solidale che aveva molto rispetto per la vita degli altri. Solidarietà e rispetto sono parole fuori moda in quest’umanità addormentata, per questo dobbiamo ricordare una figura positiva come Camilleri».
Anche l’onorevole Laura Boldrini ha messo in luce la generosità dell’uomo che «non si è mai arreso. Ha sempre lottato e il suo impegno civile è stato per noi fonte di ispirazione nei momenti difficili». Per il ministro della Cultura Alberto Bonisoli «sapere che non c’è più non è una bella sensazione». Con Ida Carmina, sindaco di Porto Empedocle, anche lei presente al Cimitero acattolico, il ministro sta pensando di organizzare un grande evento per il 6 settembre, la data di nascita di Camilleri. «Manca l’intellettuale, la persona libera che non te le mandava a dire – conclude – e che parlava con una rettitudine morale che è difficile riscontrare».
19 luglio 2019