In Ucraina uccisi o feriti 4 bambini al giorno

Save the Children: nell’ultimo anno i più piccoli nei bunker per più di 900 ore. Oltre 40mila scuole distrutte; 2mila danneggiate. La campagna #bambinisottoattacco

“Un pesante tributo: l’impatto di un anno di guerra sui bambini in Ucraina”. È l’ultimo rapporto di Save the Children, diffuso ieri, 20 febbraio, in una conferenza stampa a cui hanno partecipato Inger Ashing, direttrice generale di Save the Children International e, da Kiev, Sonia Khush, direttrice di Save the Children in Ucraina. Sotto i riflettori, la condizione dei più piccoli: nel Paese sotto attacco ogni giorno vengo uccisi o feriti in media 4 bambini, per lo più in attacchi con armi esplosive in aree popolate. Delle centinaia di civili che hanno avuto incidenti con ordigni esplosivi, circa il 40% è morto per le ferite riportate; il 22% di questi decessi riguarda donne e bambini. Più del 20% degli edifici scolastici del Paese, 1 su 5, sono stati danneggiati o distrutti. La guerra, insomma, colpisce in maniera drammatica i più piccoli. Basti pensare che nell’ultimo anno le bambine, i bambini e i ragazzi sono stati costretti a nascondersi sottoterra per circa 920 ore, pari a 38,3 giorni: più di un mese.

Ancora, dallo scoppio della guerra ci sono stati 703 attacchi accertati a operatori e strutture sanitarie, con conseguenze significative sui servizi sanitari per le madri e per i neonati, tanto che i rapporti sulle nascite premature stimano che fino al 10% di tutti i neonati nascono prematuri in Ucraina. Complessivamente, un totale di 16.207 sirene hanno suonato durante lo scorso anno, con una durata media di circa un’ora, avvertendo i civili della minaccia di un attacco missilistico o di un bombardamento e spingendoli a mettersi al riparo. «Così le famiglie e i bambini possono finire per trascorrere fino a 8 ore sottoterra senza poter uscire a causa dei continui allarmi», informano da Save the Children. A Charkiv, ad esempio, nell’ultimo anno le sirene hanno suonato più di 1.700 volte per un totale di circa 1.500 ore, mentre le regioni di Donetsk e Zaporizhzhia hanno registrato oltre 1.100 ore di allarmi ciascuna. «Lungo la linea del fronte nel sud-est dell’Ucraina, i bombardamenti non cessano quasi mai. Le famiglie sono state costrette ad abbandonare le loro case, molte delle quali ormai distrutte, per vivere sottoterra senza elettricità, acqua e riscaldamento». Ma avere un bunker attrezzato e completamente arredato non è una cosa che tutti possono permettersi, quindi in tanti continuano a rifugiarsi in scantinati spesso freddi di palazzi residenziali o altri edifici.

A Dnipro, nell’Ucraina orientale, gli attacchi sono più frequenti. La città è stata recentemente sconvolta da un attacco missilistico che ha distrutto un condominio e ha causato la morte di 46 civili. Dall’organizzazione umanitaria riportano la testimonianza di un’insegnante di asilo nella periferia della città, Svitlana, che descrive le sirene dei raid aerei come ormai una routine per i suoi alunni: «Si vestono, escono, fanno il giro dell’istituto e scendono al rifugio. Ci vogliono circa tre minuti perché i bambini si preparino a scendere», racconta. Circa 200 i piccoli che deve evacuare ogni volta, con i suoi colleghi. Per ridurre lo stress, gli insegnanti hanno creato esercitazioni ludiche per preparare i bambini alle emergenze e li hanno addestrati a mettersi prontamente al riparo. Il seminterrato dell’istituto è ora attrezzato per disegnare, giocare e ballare. Inoltre, ogni alunno ha un banco con uno zaino d’emergenza pieno di acqua, snack, vestiti caldi e giocattoli. «A dire il vero, ai bambini piace così tanto andare nel seminterrato che la maggior parte delle volte dicono: “Quand’è la prossima volta che andremo nella grotta?”. È così che la chiamano». Ma non mancano i piccoli più in difficoltà.

Nell’analisi di Save the Children anche la realtà delle città più grandi, come la Capitale Kiev, dove le famiglie portano i loro bambini nei parcheggi sotterranei o nelle stazioni della metropolitana. Nelle prime fasi della guerra, alcuni di loro hanno addirittura montato delle tende. «Quando gli aerei decollano, ci prepariamo. Nei primi giorni di guerra avevo paura, ma ora è tutto una routine. Ognuno ha il suo zaino. Lo prendono ed escono», racconta Maryna. Andare in metropolitana quando scatta l’allarme è ormai un’abitudine per molte famiglie. Sua figlia Olena, 12 anni, racconta: «Navigo sullo smartphone. Potrei fare i compiti se fosse durante il semestre. Siamo sottoterra perché ci lanciano i missili ed è meglio stare qui per la nostra sicurezza. È noioso. Ma meglio annoiarsi che farsi male».

Lo stress della vita quotidiana sotto i bombardamenti, in ogni caso, ha un grave impatto sulla salute mentale e sulle condizioni psicosociali di bambini e adulti. «Un anno fa, il conflitto che è degenerato in una vera e propria guerra ha cambiato drasticamente la vita di milioni di bambini in Ucraina. Migliaia di famiglie sono state costrette a lasciare le loro case per sfuggire alle atrocità – ricorda Sonia Khush, direttrice di Save the Children Ucraina -. Molti bambini hanno assistito alla distruzione delle loro case e scuole e all’uccisione dei loro cari a causa di bombardamenti e missili incessanti. E mentre la guerra entra nel suo secondo anno, i più piccoli continuano ad assistere a nuove ondate di violenza. I bambini non hanno iniziato questa guerra, ma ne stanno pagando il prezzo più alto. Ciò che mi stupisce sempre, però, è la loro capacità di resistere a tutte le sfide e come, se diamo loro una possibilità, con un po’ di aiuto, sappiano prendere le esperienze difficili e trasformarle in crescita», conclude.

Il rapporto ripropone le informazioni raccolte dall’organizzazione a un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina: dall’inizio del conflitto armato sono stati uccisi 438 bambini; 851 quelli rimasti feriti. Ogni giorno, le bambine e i bambini nel Paese sono esposti a gravi violazioni e continuano a essere in pericolo. Al 31 ottobre 2022, sono stati registrati 86 i casi di violenza sessuale contro donne, uomini e ragazze, tra cui stupri, anche di gruppo, nudità forzata e denudamento forzato in pubblico, torture e abusi sessuali. La Commissione d’inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite sull’Ucraina ha documentato casi di violenza sessuale e di genere contro i civili, con vittime di età compresa tra i 4 e gli 82 anni, e casi in cui le bambine e i bambini sono stati violentati, torturati, confinati illegalmente, uccisi e feriti in attacchi indiscriminati con armi esplosive. Anche l’istruzione è stata oggetto di attacchi prolungati in questo ultimo anno: al 23 dicembre 2022, almeno 2.619 istituti scolastici sono stati danneggiati e più di 406 sono stati interamente distrutti, secondo i dati del ministero ucraino dell’Istruzione e della Scienza: vale a dire, più del 20% degli edifici scolastici del Paese. A questo si aggiungono gli attacchi alla rete elettrica e ad altre strutture civili che rendono complesso anche l’apprendimento a distanza.

Save the Children fino a oggi ha raggiunto 744.858 persone, tra cui 397.781 bambini. In Italia 5.386 minori e 4.941 adulti di riferimento, per un totale di 10.327 persone. Ieri, con la presentazione del rapporto, ha lanciato la campagna #bambinisottoattacco per ribadire che «i bambini non causano le guerre, ma sono le vittime più vulnerabili. Tra quelli che riescono a sopravvivere, alcuni non hanno conosciuto altro che violenze o campi profughi – ricordano dall’organizzazione umanitaria -. Queste bambine e questi bambini hanno bisogno di essere protetti dalle ferite fisiche ed emotive che inevitabilmente riportano. La guerra in Ucraina ha riportato l’attenzione alla brutalità dei conflitti e al terribile impatto sui più piccoli, ma nel mondo ci sono tante altre guerre poco ricordate che hanno effetti devastanti su di loro. Tra queste, quelle in Siria e in Yemen, di cui a marzo ricorrono i tristi anniversari dello scoppio del conflitto, arrivato ormai al dodicesimo e all’ottavo anno». La richiesta, dunque, ai governi e alle organizzazioni internazionali è di dare priorità alla protezione dei bambini e chiedere che gli autori delle violazioni contro di loro vengano perseguiti e assicurati alla giustizia. «Questo significa garantire assistenza sanitaria, accesso all’istruzione, sostegno psicologico e programmi per consentire il loro recupero e la loro resilienza», proseguono. In concreto, sono in programma una serie di iniziative di sensibilizzazione fino al 26 marzo, anniversario della guerra in Yemen.

Con la petizione, Save the Children «chiede al governo italiano di ascoltare seriamente i bambini vittime di reati gravi nei processi legali, di ampliare la giurisdizione universale per consentire di perseguire i responsabili di gravi violazioni dei loro diritti in qualsiasi parte del mondo, di documentare i crimini contro i minori e stanziare risorse per rafforzare i meccanismi esistenti». Da parte sua intanto l’organizzazione – in Ucraina dal 2014 – ha intensificato l’attività nel Paese, raggiungendo dal febbraio 2022 oltre 800mila persone, tra cui 436.500 bambini, fornendo assistenza salvavita come cibo e acqua, trasferimenti di denaro e spazi sicuri, per garantire che i bambini e le famiglie colpiti abbiano il sostegno di cui hanno bisogno. Inoltre ha supportato i bambini e le loro famiglie che scappano dal conflitto nei Paesi limitrofi. E anche in Italia ha attivato una serie di risposte emergenziali per le donne e i bambini che fuggono dal conflitto e arrivano nel nostro Paese. L’obiettivo: garantire protezione, offrire sostegno per la prima accoglienza, supportarne l’inclusione. I minori raggiunti dalle attività nelle strutture di accoglienza e dai progetti territoriali di Save the Children sono 5.386 e gli adulti di riferimento 4.941, per un totale di 10.327 persone.

21 febbraio 2023