Iraq, Oxfam: a Mosul rischio di trappola mortale per i civili
Alla vigilia dell’imminente offensiva anti-Isis per la riconquista della parte ovest della città, si chiedono vie di fuga sicure dagli scontri
Potrebbe scattare in qualsiasi momento l’offensiva anti-Isis per la riconquista della parte ovest di Mosul, in Iraq. Oxfam parla di oltre 750mila civili che «potrebbero restare intrappolati, senza nessuna via di fuga sicura dai combattimenti», in una zona, quella occidentale, appunto, nella quale la situazione umanitaria è «in continuo peggioramento», specie «dopo l’interruzione dei rifornimenti per i civili lo scorso novembre, durante la prima fase dell’operazione militare per la riconquista della parte est di Mosul».
A destare più preoccupazione è «la situazione che si potrebbe generare durante gli scontri nella parte vecchia della città, dove i quartieri densamente popolati potrebbero diventare una trappola mortale per migliaia di uomini, donne e bambini». Per questo motivo Oxfam lancia un «appello urgente» alla Coalizione irachena, affinché «venga rispettato l’impegno del primo ministro iracheno nel dare priorità alla protezione dei civili nel corso delle operazioni militari».
Per Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia, «questa nuova fase dell’offensiva su Mosul rischia di mettere ancora più a rischio l’incolumità dei civili, dopo che già in molti sono rimasti uccisi nei combattimenti dello scorso autunno. La possibilità che intere famiglie rimangano bloccate nelle strette strade della città vecchia è terrificante. Per questo motivo chiediamo a tutte le parti in conflitto di evitare l’uso di armi come mortai e artiglieria pesante nelle zone abitate dai civili, garantendo a uomini, donne e bambini vie di fuga sicure dagli scontri».
15 febbraio 2017