L’allarme di Save the Children: «Grave blocco delle relocation»
In due anni solo un migrante su tre ha usufruito del programma europeo di relocation, di cui appena 99 minori non accompagnati dal nostro Paese
Sono più di 380 i minori soli in attesa di essere ricollocati dall’Italia; in due anni solo 1 migrante su 3 ha usufruito del programma europeo di relocation, di cui appena 99 minori non accompagnati in Italia. Sceglie la Giornata del Migrante e del rifugiato Save the Children per denunciare il blocco della relocation per tutti coloro che sono giunti in Europa dopo il 26 settembre. L’organizzazione chiede anche, con urgenza, la piena attuazione della legge Zampa per garantire condizioni di accoglienza adeguate e opportunità di inclusione sociale a bambini e ragazzi.
Nel suo messaggio per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato della Chiesa Cattolica, «Papa Francesco ha sottolineato con forza quattro verbi chiave – accogliere, proteggere, promuovere e integrare – che devono rappresentare la bussola per la tutela in particolare dei gruppi più vulnerabili, come i minori stranieri non accompagnati – sottolinea -Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children -. Troppi minori migranti giunti in Europa soli, con esperienze drammatiche alle spalle, sono ancora oggi privi di protezione, di una accoglienza adeguata e di opportunità di inclusione sociale e, in molti casi, sono costretti a rischiare ulteriormente la vita nel tentativo di ricongiungersi ai propri familiari in altri paesi europei. Il richiamo di Papa Francesco alla protezione dei minori migranti ci porta a ricordare ancora una volta l’urgenza da parte della comunità internazionale di agire nelle aree del mondo afflitte da dittature, conflitti e carestie per prevenire all’origine la tratta di esseri umani e le migrazioni forzate e, allo stesso tempo, la necessità di offrire vie sicure e legali per le persone in fuga, ponendo fine ai drammi che continuano a verificarsi nella traversata del deserto e del Mar Mediterraneo».
L’organizzazione ricorda che a quasi quattro mesi dall’interruzione del programma di relocation, la procedura europea per il ricollocamento da Italia e Grecia dei migranti negli altri Stati membri dell’Ue, 384 minori stranieri non accompagnati inseriti nel programma stanno ancora aspettando di essere trasferiti dal nostro Paese. In particolare, per 79 minori soli le richieste sono state approvate ma risultano ancora in attesa di trasferimento, mentre ammontano a 151 quelle inviate in attesa di approvazione da parte degli stati membri individuati e a 154 quelle istruite per le quali lo stato membro di destinazione deve invece ancora essere individuato.
Nei due anni in cui il programma è stato in vigore, solo 1 migrante su 3 del totale previsto è stato ricollocato da Italia e Grecia (33.174 su 98.255, pari al 33,7%). I migranti ricollocati dall’Italia sono 11.464 sui 34.953 originariamente previsti dal programma (32,8%), di cui 1.083 bambini accompagnati e appena 99 minori soli, mentre dalla Grecia sono stati trasferiti in altri Paesi membri 21.710 migranti su 63.302 (34,3%) . Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, nonostante un impegno legalmente vincolante, si sono rifiutati di partecipare al programma, non hanno accolto alcun migrante e sono stati deferiti dalla Commissione europea alla Corte europea di giustizia.
«Nonostante i gravi ritardi e numeri troppo bassi rispetto agli auspici, il programma di relocation ha comunque segnato una strada importante soprattutto per i più vulnerabili, come i minori soli – aggiunge Milano -. La decisione di interrompere questo programma ha significato abbandonare nuovamente al loro destino i minori soli, costringendoli in molti casi a riaffidarsi ai trafficanti o a rischiare la propria vita pur di varcare i confini, come avviene per i tanti ragazzi che anche in questi giorni vediamo ammassarsi ai valichi della frontiera nord, a Como e Ventimiglia, o come mostrano le immagini dei migranti che tentano di attraversare le Alpi innevate a piedi. Nel 2017, 87 minori eritrei si sono rivolti ai nostri operatori del centro Civico Zero di Roma per chiedere di accedere alla relocation, mostrando grande fiducia e speranza in questa possibilità; tra questi, 19 sono già stati trasferiti e 47 sono in attesa del ricollocamento. Per tanti altri ragazzi ora tutto questo non è più possibile, almeno finché l’Ue non approverà un nuovo sistema di asilo con una specifica attenzione ai diritti dei minori».
Tra le principali novità della legge Zampa vi è l’istituzione della figura del tutore volontario, con oltre 2.700 privati cittadini che in questi mesi hanno dato la loro disponibilità a diventare tutori di un ragazzo straniero non accompagnato, garantendo così il supporto necessario nel processo di integrazione nel nostro Paese, dall’iscrizione a scuola o al sistema sanitario sino all’orientamento nelle scelte quotidiane. Più di 1 adulto su 3 che nel 2017 ha contattato la Helpline di Save the Children, del resto, lo ha fatto per richiedere informazioni su come diventare tutore e sull’affido familiare.
«La disponibilità di così tanti cittadini a diventare tutori volontari di questi ragazzi e ragazze rappresenta un’importante risposta di una parte della collettività, che è pronta ad assumersi in prima persona e gratuitamente delle responsabilità verso i migranti più giovani e soli, credendo nella cultura dell’incontro – più volte richiamata dal messaggio del Santo Padre – e ponendosi in modo solidale e aperto verso il tema delle migrazioni. – essenziale che le istituzioni ascoltino questa parte di società, anche garantendo adeguato supporto ai tutori durante lo svolgimento della loro delicata funzione», conclude Raffaela Milano.
15 gennaio 2018