L’appello del Papa per il Myanmar: «Il dialogo prevalga sulla violenza»
L’auspicio che «il cammino verso la democrazia possa riprendere». La richiesta di «accompagnare con la preghiera» il viaggio in Iraq
Concludendo l’udienza generale di questa mattina, 3 marzo, prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana collegati per seguire la diretta streaming dalla Biblioteca del Palazzo apostolico, Francesco ha voluto spendersi sul Myanmar, da cui «continuano a giungere tristi notizie di sanguinosi scontri, con perdite vite umane», ha ricordato. Quindi ha rivolto il suo appello alle autorità coinvolte, «perché il dialogo prevalga sulla violenza e l’armonia sulla discordia». Ancora, il Papa si è rivolto anche alla comunità internazionale, affinché «si adoperi perché le aspirazioni di pace non siano soffocate dalla violenza».
Nei pensieri del Papa, le giovani generazioni. «Ai giovani di quella amata terra sia concessa la speranza di un futuro dove l’odio e l’ingiustizia lascino spazio all’incontro e alla riconciliazione», il desiderio espresso da Francesco. Quindi ancora una volta il pontefice ha ribadito l’auspicio già espresso un mese fa: «Che il cammino verso la democrazia intrapreso ultimi anni dal Myanmar possa riprendere attraverso il gesto concreto della liberazione dei diversi leader politici incarcerati».
Oltre al Myanmar, al termine dell’udienza il Papa ha voluto ricordare anche l’Iraq, dove si recherà per «un pellegrinaggio di tre giorni», dal 5 all’8 marzo. «Da tempo desidero incontrare quel popolo che ha tanto sofferto, incontrare quella chiesa martire», ha rivelato. Quindi ha annunciato che «nella terra di Abramo, insieme agli altri leader religiosi, faremo anche un altro passo avanti nella fraternità tra i credenti. Vi chiedo di accompagnare con la preghiera questo viaggio apostolico, perché possa svolgersi nel migliore dei modi e portare i frutti sperati – l’appello -. Quelli che aspettava san Giovanni Paolo II, al quale è stato vietato di andare. Non si può deludere un popolo per la seconda volta. Preghiamo perché questo viaggio si possa fare bene».
3 marzo 2021