L’appello di Francesco per i corridoi umanitari

Al termine dell’Angelus, il ricordo dei migranti uccisi da attacco aereo in Libia: «La comunità internazionale non può tollerare fatti così gravi»

«Anche se sono passati alcuni giorni, invito a pregare per le povere persone inermi uccise o ferite dall’attacco aereo che ha colpito un centro di detenzione di migranti in Libia». Al termine della preghiera dell’Angelus di ieri, domenica 7 luglio, Papa Francesco ha ricordato il bombardamento aereo che nella notte tra il 2 e il 3 luglio ha colpito a Tajoura, periferia a est di Tripoli, un centro di detenzione per migranti adiacente alla base militare di Dhaman. Il bilancio: oltre 40 morti e circa 80 feriti, tra cui donne e bambini. «La comunità internazionale – le parole del pontefice – non può tollerare fatti così gravi».

Elevando la sua preghiera per le vittime – «il Dio della pace accolga i defunti presso di sé e sostenga i feriti» -, Francesco ha rinnovato l’auspicio che «siano organizzati in modo esteso e concertato i
corridoi umanitari per i migranti più bisognosi». Quindi ha ricordato anche «tutte le vittime delle stragi che recentemente sono state compiute in Afghanistan, Mali, Burkina Faso e Niger. Preghiamo insieme», l’invito ai fedeli radunati in piazza San Pietro, che hanno osservato un momento di silenzio insieme a Papa Francesco.

8 luglio 2019