Luigi Sturzo e i 100 anni del suo Appello ai Liberi e ai Forti
Convegno a Caltagirone dal 14 al 16 giugno. Martinez: «Vogliamo onorare tutti i mondi di derivazione sturziana». Il vescovo Peri: «Tramandare la verità»
“L’attualità di un impegno nuovo”. Si intitola così il convegno internazionale in programma a Caltagirone dal 14 al 16 giugno, per ricordare, nella sua città natale, l’attualità dell’impegno e del pensiero di don Luigi Sturzo. Un appuntamento voluto per celebrare «un doppio anniversario: il centenario dell’Appello ai Liberi e ai Forti, evento politico di grande portata destinato a segnare una delle pagine più significative della storia italiana, e anche il sessantesimo anniversario della morte di don Luigi Sturzo, avvenuta nel 1959». Lo ha spiegato ieri, 6 giugno, nella conferenza stampa di presentazione il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, evidenziando «la statura morale, culturale e politica di don Sturzo: attorno al suo pensiero oggi avvertiamo la necessità di confrontarci e di riflettere, specialmente sulla lotta contro lo statalismo, sull’appello a essere liberi dalla partitocrazia e sull’esaltazione delle autonomie locali».
Un’occasione dunque per «ragionare sull’attualità del pensiero sturziano e per consolidare le iniziative che si richiamano ai principi che lo stesso don Luigi Sturzo volle promuovere nella sua impegnativa e travagliata esistenza». Ne è convinto anche Salvatore Martinez, presidente del Polo di eccellenza della Promozione umana e della solidarietà “Mario e Luigi Sturzo” e della Fondazione Casa Museo Sturzo. «L’obiettivo – ha spiegato – è fare di Caltagirone la capitale morale del nostro Paese: questo don Luigi Sturzo fece negli anni di prosindacatura. Verranno a Caltagirone i rappresentati massimi del mondo europeo e questo format verrà esportato sulla base di una genesi bene precisa: onorare tutti i mondi di derivazione sturziana che, cento anni dopo, dimostra ancora la sua efficacia».
Martinez ha sottolineato come «condividiamo un grande lavoro di preparazione, collaborazione e aiuto reciproco, che insieme alla parola amicizia rimandano pienamente al pensiero sturziano. Ed è doveroso dire grazie per questa originalissima sintesi che definiamo “metodo sturziano”. Si può appartenere a partiti diversi ma non smettere di amarsi cristianamente. Dirsi cristiani – ha proseguito – significa rendere socialmente visibile e agibile il contenuto morale della nostra fede». Tanto più in un tempo di «crisi di idealismo nella politica», che «ci sta facendo bene, in fondo, mettendoci in condizioni di dialogare e di incontrare le nostre comunità attraverso il protagonismo dei laici». L’idea, ha spiegato, è quella di «riprendere lo stesso metodo e rimettere al centro le parole chiave dell’Appello ai Liberi e ai Forti», dato che «i grandi temi che stanno dietro l’Appello stesso, di fatto, sono parole che interessano la nostra gente, la nostra democrazia». Proprio per questo, attorno a ogni tema sono stati convocati «i nomi più rappresentativi del nostro Paese», ha rivendicato Martinez, annunciando che per l’evento è stata creata anche una pagina web costantemente aggiornata.
Per il vescovo di Caltagirone Calogero Peri, «abbiamo un grande messaggio da veicolare con il compito di trasferire la verità da una generazione all’altra, attraverso l’impegno delle nostre coscienze, e mi auguro possano essere le coscienze di tutti». E proprio “verità” è una delle tre parole evidenziate dal presule, nel corso della conferenza stampa, poiché, ha spiegato, «è tempo di essere a servizio della verità e don Sturzo sosteneva che la verità non si impone con la forza». La seconda parola: «Ideale; più l’ideale è alto più ci aiuta a valorizzare la città». Poi, «umanesimo: “L’uomo è sempre fine e mai mezzo”, asseriva Kant. Richiamiamo l’umanesimo che ha un’aspirazione alta, assieme alle grande idealità che il Convegno dovrebbe richiamare con voce sommessa, in punta di piedi, per contrastare la violenza delle notizie». Di umanesimo ha parlato anche il sindaco di Caltagirone Gino Ioppolo: «Da questa città d’arte, che si sta preparando in sinergia alle tre giornate di convegno, da cui nacque il Programma sturziano, può nascere un Appello a questo nuovo umanesimo».
Nel fitto programma della tre giorni, il 14 giugno una sessione europea, con la presenza del cardinale Angelo Bagnasco. Sabato 15 giugno, spazio ai dodici tavoli per riflettere sui dodici punti con, nel pomeriggio, un messaggio da parte del cardinale presidente della Cei Gualtiero Bassetti alla città. Domenica 16 giugno, le conclusioni da parte dei membri del Comitato promotore e scientifico, «con la dichiarazione finale, nel segno – ha spiegato Martinez – del dialogo sociale e culturale, per una visione prepolitica che vuole istituire un nuovo sviluppo del pensiero».
7 giugno 2019